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La Commissione Ue corre ai ripari dopo il caso Hololei sui voli e alloggi pagati dal Qatar
(Photo by PASCAL PAVANI / AFP)

La Commissione Ue corre ai ripari dopo il caso Hololei sui voli e alloggi pagati dal Qatar

Per evitare "qualsiasi percezione di conflitti di interesse", l'esecutivo comunitario ha annunciato limitazioni e regole più severe per i viaggi pagati da organizzatori e Paesi terzi. Saranno autorizzati solo se da Paesi europei e da Onu, G7 e G20. Cambiamenti "più profondi" nei prossimi mesi

Bruxelles – La Commissione Europea serra i ranghi e, dopo appena quattro giorni dalla richiesta della mediatrice europea di chiarire la vicenda dei viaggi pagati dal Qatar al direttore generale del dipartimento Trasporti (Dg Move), Henrik Hololei, mette in campo regole più stringenti per le missioni pagate da soggetti terzi. La portavoce dell’esecutivo comunitario, Dana Spinant, ha annunciato che da oggi (7 marzo) saranno autorizzati i pagamenti di missioni e viaggi solo da “Stati membri dell’Ue, dello Spazio Economico Europeo e dell’Associazione europea di libero scambio, da organizzazioni internazionali come l’Onu, il G7 e il G20, e da università pubbliche e private” in caso di “missioni svolte per fini accademici”.

La Commissione Ue cerca così di svincolarsi dall’imbarazzo degli ultimi giorni, quando sui media internazionali è circolata la notizia di diversi voli aerei e alloggi pagati all’alto funzionario Hololei dal governo di Doha, proprio mentre erano in ballo le negoziazioni per l’accordo sul trasporto aereo tra Unione Europea e Qatar. Nove viaggi, nel periodo tra il 2015 e il 2021, rimborsati completamente dall’emirato e dalla compagnia aerea nazionale, la Qatar Airways. A accrescere l’imbarazzo sono state poi le rivelazioni fatte dalla Commissione stessa sulla procedura che regola la valutazione di eventuali conflitti d’interesse nelle missioni all’estero. In sostanza, è stato lo stesso Hololei, in quanto massimo dirigente amministrativo del proprio dipartimento, a condurre l’analisi e a valutare l’assenza di conflitti d’interesse nella sua partecipazione alla missione.

Per rimediare alla gaffe, la Commissione Ue ha messo immediatamente mano alla procedura e ha stabilito che, quando devono approvare le proprie missioni, i direttori generali “dovranno consultare i capo gabinetto e il commissario competente”. Sarà inoltre compito della Dg Risorse Umane e Sicurezza fornire “le linee guida e il supporto necessario per stabilire la presenza di potenziali conflitti di interesse”. Le nuove regole anticipano “cambiamenti più profondi e completi” sulla gestione dei viaggi e delle missioni, “che arriveranno nei prossimi mesi”. Ma la Commissione Europea voleva dare un segnale immediato, per non rischiare di non finire sul tavolo degli imputati dell’opinione pubblica, visto lo scandalo di corruzione che sta colpendo il Parlamento Ue. “Vogliamo evitare qualsiasi conflitto di interesse e qualsiasi percezione di conflitti di interesse”, ha precisato la portavoce Spinant.

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