Bruxelles – A Bruxelles entra nel vivo il dibattito su come finanziare in maniera strutturale gli investimenti per il Piano Ue per l’industria a zero emissioni, annunciato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Il confronto all’interno della Commissione europea “è in corso, anche se non lo abbiamo ancora portato a termine”, ha confermato ieri la vicepresidente esecutiva della Commissione europea con delega alla concorrenza, Margrethe Vestager, in audizione all’Europarlamento sugli aiuti di stato e sulla risposta europea all’Inflation Reduction Act (Ira).
Ed è proprio in risposta al massiccio piano statunitense di sussidi verdi da quasi 370 miliardi di euro che la Commissione europea ha proposto un Piano industriale per il Green Deal con l’idea di accelerare la decarbonizzazione dell’industria europea a zero emissioni. Nell’annunciarlo a febbraio, l’Esecutivo europeo si è posto il problema di come finanziarlo con una risposta “strutturale” alle esigenze di investimento dell’industria verde europea. L’occasione, lo ha ribadito la presidente Ursula von der Leyen in più di una occasione, sarà la revisione del quadro finanziario pluriennale prima dell’estate 2023, in modo da arrivare al Vertice Ue del 29-30 giugno (l’ultimo, al netto di emergenze, prima della pausa estiva) con una proposta da far discutere ai leader dei 27 capi di stato e governo.
Von der Leyen presiederà domani (7 giugno) il primo dibattito orientativo al collegio dei commissari sulla revisione intermedia del bilancio pluriennale, con l’idea di adottare la proposta sul quadro rivisto il 20 giugno, secondo l’ultimo calendario del collegio dei commissari. Giusto in tempo per il Summit dei capi di stato e governo che si terrà alla fine del mese. I leader Ue ne hanno discusso in prima battuta al Consiglio europeo di fine marzo, sulla base della proposta della Commissione Ue sul Piano industriale per il Green Deal, e sui suoi tre pilastri, presentati a metà marzo: il ‘Net-Zero Industry Act’, la legge per un’industria a zero emissioni; il ‘Critical Raw Material Act’, per l’approvazione delle materie prime critiche, e la riforma del mercato elettrico.
Ora i pilastri del Piano ci sono, ma per la Commissione è necessario capire come sarà finanziato, se saranno disponibili risorse aggiuntive oppure Bruxelles sfrutterà semplicemente la revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale (il cosiddetto Qfp, che va dal 2021 al 2027) per spostare risorse di qua e di là e creare un tesoretto nuovo che nuovo in realtà non è. Proprio al Vertice Ue di fine marzo i leader europei hanno rimandato a giugno la discussione vera e propria sulle nuove risorse, insistendo sulla necessità di dar vita a un Fondo europeo di sovranità ad hoc entro l’estate, per finanziare la strategia industriale dell’Ue.