Bruxelles – Asap, acronimo di As soon as possible (“prima possibile”) ma anche di ‘Act in support of ammunition production’, ovvero atto per sostenere l’aumento della produzione di munizioni in Europa. Ed è a tempo record di due mesi dalla presentazione da parte della Commissione europea , lo scorso 3 maggio, che i negoziatori del Parlamento e del Consiglio Ue hanno raggiunto nella notte un accordo politico sul piano Ue per accelerare la produzione di munizioni ‘Made in Europe’.
Il piano prevede di mobilitare cinquecento milioni di euro dal bilancio comunitario fino a giugno 2025 per aumentare la capacità dell’industria europea di produrre munizioni, con l’obiettivo di produrre almeno un milione di pezzi all’anno, tra munizioni terra-terra, di artiglieria, nonché di missili. Ultimo di tre pilastri di un più ampio e complesso ‘Piano per la difesa’ proposto ai Ventisette dal commissario al Mercato interno, Thierry Breton, e dall’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, per rispondere all’emergenza della fornitura di munizioni all’Ucraina, ma anche per costruire una visione di lungo termine per la difesa europea.
E che si articola in tre fasi e tre tappe: un miliardo di euro mobilitato attraverso lo strumento europeo per la pace (strumento fuori bilancio comunitario) per la consegna immediata di munizioni a Kiev attraverso le scorte degli Stati membri; un altro miliardo di euro per gli acquisti congiunti di armi e infine un aumento della capacità di produzione bellica a livello europeo, dal momento che per assicurare le promesse fatte a Kiev è necessario potenziare la capacità industriale dell’Ue. Per fornire urgentemente munizioni e missili all’Ucraina e ad aiutare gli Stati membri a ricostituire le proprie scorte introducendo, la Legge proposta interviene per aumentare la sua capacità di produzione Made in Europe.
“La legge a sostegno della produzione di munizioni aumenterà la capacità produttiva dell’UE e ricostituirà le scorte. Ciò accelererà la consegna di munizioni all’Ucraina in questa fase cruciale della guerra”, ha commentato in un tweet la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. L’accordo andrà ora formalmente adottato da entrambe le istituzioni singolarmente, il Parlamento europeo – prima la commissione Itre e poi plenaria – voterà la prossima settimana sull’accordo. “In soli due mesi, l’Europa ha concordato un programma storico per finanziare il potenziamento della sua base industriale di difesa per sostenere l’Ucraina e la sicurezza dell’Unione europea”, ha sottolineato anche Breton.
La parte più divisiva del piano è la possibilità offerta ai governi, con libertà di scelta, di usare anche i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza a questo scopo. I 500 milioni di euro in sovvenzioni provengono da 260 milioni dal Fondo europeo per la difesa e 240 milioni dal regolamento che istituisce il rafforzamento dell’industria europea della difesa attraverso l’atto comune in materia di appalti pubblici (EDIRPA), per sostenere progetti industriali o anche partenariati transfrontalieri, oppure ottimizzare o espandere ammodernamento le capacità produttive esistenti, crearne di nuove o ancora incentivare progetti transfrontalieri. E ha dato la possibilità agli Stati membri di mobilitare altri strumenti finanziari, tra cui il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e i fondi di coesione, destando preoccupazioni varie. Non ci sono obblighi di utilizzare i fondi del Pnrr, ma la Commissione Ue ha solo segnalato la possibilità per quelli che lo desiderano di usare i fondi di coesione e/o quelli del Recovery” per la produzione di munizioni perché “rientra tra gli obiettivi dei fondi di copertura”, ha spiegato Breton.