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Primo via libera alle norme anti-Qatargate del Parlamento europeo. Ora manca solo il voto in plenaria

Primo via libera alle norme anti-Qatargate del Parlamento europeo. Ora manca solo il voto in plenaria

Il pacchetto di norme passa in Commissione Afco con 15 voti a favore, 10 contrari e un astenuto, il 13 settembre all'emiciclo di Strasburgo sarà necessaria la maggioranza assoluta. Nel testo non c'è più traccia del periodo di cooling off per gli ex eurodeputati, ammorbidita anche la norma sui gruppi d'amicizia informali

Bruxelles – Tra meno di una settimana il Parlamento europeo potrebbe dare il via libera definitivo al piano di riforme per rafforzare la propria integrità e trasparenza e scongiurare così nuovi Qatargate. Oggi (7 settembre) il progetto di relazione basato sui 14 punti presentati dalla presidente Roberta Metsola lo scorso inverno è stato approvato in Commissione Affari Costituzionali (Afco) dell’Eurocamera, il 13 settembre toccherà all’emiciclo di Strasburgo dare l’approvazione finale o mandare a monte il pacchetto.

Il testo, ampiamente emendato rispetto alla proposta originale della presidente, è passato in Afco con 15 voti favorevoli, 10 contrari e un’astensione. Risultato che lascia aperti diversi scenari per il voto della prossima settimana, anche perché sarà necessaria la maggioranza assoluta (376 voti su 751) per approvare il testo. La stessa Metsola, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha preferito usare il condizionale: “Se il compromesso regge in commissione, dovrebbe reggere anche in plenaria“, si è augurata la presidente.

I punti principali del pacchetto. Salta il periodo di raffreddamento per gli ex eurodeputati

Un compromesso che per la leader Ue sarebbe sufficiente per “voltare pagina” dopo lo scandalo di corruzione che ha investito i banchi dell’Eurocamera a dicembre 2022. Grazie a regole “più gestibili che servono da deterrente”. Salta all’occhio la mancanza del dibattuto periodo di raffreddamento (cooling off) di fine mandato, norma presente nella proposta originale, che impedirebbe agli ex eurodeputati di svolgere attività di lobbying presso le istituzioni europee per un determinato arco di tempo. Il periodo di cooling off è stato sostituito con una norma che dovrebbe garantire effetti analoghi: ai deputati in carica non sarebbe consentito di interagire con ex colleghi il cui mandato sia terminato meno di sei mesi prima.

Il piano prevede che tutti gli incontri dei deputati – o dei loro assistenti, quando li rappresentano- con lobbisti o autorità pubbliche di Paesi terzi debbano essere resi pubblici online. Per arginare influenze esterne indebite, le nuove regole imporrebbero ai relatori di atti parlamentari di elencare chi ha contribuito al loro lavoro. Un altro punto cruciale riguarda la definizione di conflitto di interessi, che sarebbe allargata anche alla famiglia, alle relazioni strette e agli interessi privati degli eurodeputati. Per quanto riguarda i conti in banca dei parlamentari, le soglie verrebbero abbassate in modo tale da dover dichiarare tutte le attività remunerate, regolari o occasionali, sopra i 5 mila euro all’anno. Gli eurodeputati sarebbe inoltre obbligati a dichiarare le loro attività e passività all’inizio e alla fine di ogni mandato.

Il pacchetto comprende infine disposizioni per regolamentare meglio i gruppi d’interesse o di amicizia non ufficiali. Anche qui, nell’enfasi alimentata dal Qatargate, a gennaio Metsola aveva annunciato di voler bandire i gruppi d’amicizia informali con i Paesi terzi, ma la norma è stata ammorbidita introducendo un registro pubblico delle dichiarazioni di sostegno “in contanti o in natura”, il divieto di utilizzare il nome e il logo del Parlamento e il divieto di utilizzare le strutture del Parlamento in caso di violazione delle regole.

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