Bruxelles – In arrivo un pacchetto di strumenti politici a disposizione degli Stati membri per contrastare il calo demografico. Lo ha annunciato oggi (11 ottobre) la vicepresidente della Commissione Ue per la Democrazia e la demografia, Dubravka Šuica, dopo aver reso noto che il Collegio dei commissari è iniziato con un minuto di silenzio per le vittime degli attacchi terroristici in Israele del fine settimana. La sfida è quella di imparare a gestire non solo il fenomeno in sé, ma anche il suo impatto sulla società e sull’economia dell’Unione e la sua competitività globale.
Con la comuicazione adottata, la Commissione vuole fornire un’ampia gamma di strumenti per rispondere a questa sfida, in cui sono compresi anche strumenti normativi, quadri politici e finanziamenti. La misura non sarà unica per tutti gli Stati membri, ma proporrà vari strumenti tra i quali i Paesi potranno scegliere a seconda di quelli che meglio si adattano alle loro necessità particolari. “Abbiamo deciso così perché siamo 27 Paesi diversi con necessità diverse”, ha dichiarato la vicepresidente. La Commissione ha deciso di stabilire, piuttosto, delle linee guida: uguaglianza di genere, non discriminazione ed equità intergenerazionale dovranno essere al centro delle scelte politiche. Šuica ha poi ricordato che tra i Paesi che più hanno bisogno di queste misure c’è l’Italia: “Qui il problema più grande è il declino dei tassi di natalità e il rapido invecchiamento della popolazione”. Mettere in campo questo pacchetto di strumenti, per la Commissione, significa sviluppare e attuare politiche integrate (come puntare sulla parità di genere e le pari opportunità) per affrontare il calo demografico e integrare le preoccupazioni demografiche in tutti i settori politici.
Il pacchetto si struttura su quattro pilastri, il primo dei quali è il sostegno ai genitori (e in particolare le madri, che spesso devono ancora rinunciare al lavoro quando hanno dei figli), garantendo l’accesso a servizi di assistenza all’infanzia di qualità e un buon equilibrio tra lavoro e vita privata. Allo stesso modo, bisogna sostenere i giovani, consentendo a bambini e ragazzi di crescere, sviluppare le proprie competenze, e impegnarsi a facilitarne il accesso al mercato del lavoro e ad alloggi a prezzi accessibili e le generazioni più anziane. Per muoversi in questa direzione, mirare a quella che Šuica ha chiamato “economia d’argento”, ossia l’economia per le persone in età avanzata, attraverso riforme combinate con adeguate politiche del mercato del lavoro e del posto di lavoro. Secondo un sondaggio Eurobarometro pubblicato oggi, le sfide demografiche più urgenti sono proprio l’invecchiamento della popolazione (42 per cento), la contrazione della popolazione in età lavorativa e la carenza di manodopera (40 per cento).
L’ultimo punto su cui si basa il pacchetto di strumenti per gestire il crollo demografico dell’Ue riguarda le persone migranti. La proposta della Commissione è quella, ove necessario, di affrontare le carenze di manodopera attraverso la gestione della migrazione, ma solo quando questa è regolare e gestita. “È solo uno degli strumenti per affrontare il problema demografico, non l’unico. Il fenomeno riguarda più di 3 milioni in Europa che migrano legalmente, a fronte di circa 300.000 che entrano illegalmente”, ha spiegato Šuica. “Dobbiamo cambiare la narrativa: da ‘Europa continente che invecchia’ a ‘Europa continente della longevità’, da un’economia che invecchia a un’economia preparata alla longevità”, ha affermato ancora la vicepresidente della Commissione. Uno degli strumenti per andare in questa direzione prevede anche che vegano costantemente riadattate le competenze. Secondo Šuica, la formazione deve essere permanente, non un aspetto che concerne soltanto i giovani, per evitare che adulti e anziani continuino a essere visti come da sostituire piuttosto che come una risorsa.