Strasburgo, dall’inviata – Il Patto Verde per l’Europa, il Green Deal europeo, non può essere “qualcosa solo per chi può permetterselo”. E secondo Roberta Metsola la prossima legislatura europea richiederà uno sforzo maggiore da parte delle istituzioni europee per monitorare “gli effetti delle nostre decisioni” non solo “sull’economia e sui gas serra” ma sulle persone.
In una sessione plenaria dominata dalle proteste degli agricoltori e dai timori degli effetti della transizione, la presidente del Parlamento europeo fa un bilancio con Eunews di una legislatura in scadenza, guardando alle sfide che il nuovo ciclo istituzionale porterà dopo le elezioni europee del 6-9 giugno. “Monitoraggio” sull’attuazione del Green Deal ma non solo. Per la presidente dell’Eurocamera “se necessario” servirà “adeguarlo”. E intanto incoraggia tutti a recarsi alle urne. “È il modo migliore per ottenere un cambiamento”.
Eunews: Il 2024 sarà un anno cruciale per l’Unione europea. A giugno, gli europei saranno chiamati a eleggere il nuovo Parlamento. Secondo lei sarà confermata la cosiddetta maggioranza Ursula tra popolari, socialisti e liberali o vede alternative possibili?
Metsola: “Dobbiamo assicurarci che l’Europa sia in grado di produrre risultati. E questo significa che dobbiamo rafforzare le forze costruttive pro-europee, che lavorano nell’interesse dei cittadini europei. Nel corso di questa legislatura, abbiamo adottato con successo leggi fondamentali sugli appalti congiunti per i vaccini, sulla transizione verde e digitale, sull’intelligenza artificiale, sull’indipendenza energetica e abbiamo trovato un accordo sul patto per la migrazione e l’asilo. Abbiamo ottenuto risultati. Ma non tutto è perfetto. Dobbiamo ammettere anche questo e lavorare per rendere la nostra Unione migliore e più forte. Ed è qui che ognuno avrà un ruolo da svolgere. Il voto alle elezioni europee del 2024 è fondamentale. È fondamentale che a giugno gli europei esprimano le loro opinioni e decidano la direzione futura dell’Unione europea, il nostro futuro comune. Il tipo di Europa che vedremo dopo le elezioni dipende in ultima analisi da voi. Ecco perché ogni voto è davvero importante. E per questo incoraggio tutti a votare. È il modo migliore per ottenere un cambiamento”.
E.: Lei si candiderà alle elezioni?
M.: “Sono candidata per la mia rielezione a membro del Parlamento europeo a Malta, il mio Paese d’origine. In qualità di Presidente del Parlamento europeo sto viaggiando in tutti gli Stati membri per promuovere le elezioni e incoraggiare i cittadini a votare, spiegando perché il voto è così importante. Perché la democrazia e l’Europa non possono essere date per scontate. Questa, insieme alla finalizzazione della legislazione, è la mia priorità per ora”.
E.: A proposito del Green Deal, la sessione plenaria di febbraio è stata dominata dalle proteste degli agricoltori e dai loro timori per gli effetti della transizione. Cosa succederà al Patto verde per l’Europa nella prossima legislatura?
M.: “Questa legislatura ha fissato un obiettivo molto chiaro e ambizioso per l’Europa: diventare il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. La maggior parte della legislazione europea sul Green Deal è stata adottata e ciò fornirà le basi necessarie per la nostra trasformazione verde. Affinché il Green Deal diventi una realtà, deve funzionare per tutti. Deve stimolare la nostra economia e deve essere realistico per ottenere il consenso dei nostri cittadini. Non può essere qualcosa solo per chi può permetterselo. Dobbiamo facilitare la transizione e aiutare le persone, per non lasciare indietro nessuno”.
E.: In che modo?
M.: “Il passo successivo riguarderà l’attuazione e in questo caso dovremo monitorare attentamente gli effetti reali delle nostre decisioni, non solo sulle emissioni di gas serra e sull’economia, ma soprattutto sulle persone. Quindi, il nuovo termine richiederà un monitoraggio costante dell’attuazione del Green Deal e, se necessario, un suo adeguamento”.
E.: Altro tema centrale in vista delle europee è quello delle riforme, accelerato dall’allargamento. La Commissione ha promesso una tabella di marcia, cosa si aspetta il Parlamento?
M.: “Non dobbiamo avere paura del cambiamento. Il Parlamento europeo è chiaro sulla necessità di continuare a discutere su come sarà la futura Unione europea. La nostra Unione è un progetto in continua evoluzione e dovremo sempre adattarci alle nuove circostanze e alle nuove sfide. Abbiamo dato il via libera politico a un ulteriore allargamento dell’UE e ci aspettiamo che i Paesi candidati si riformino e si adattino per entrare a far parte dell’Unione. Ma dobbiamo anche prepararci all’allargamento. Ciò che funziona per 27 Paesi non funzionerà sicuramente per 32, 33, 34 o più Paesi”.
E.: Vede il rischio che il confronto sulla riforma dell’Europa si riduca a un dibattito sul superamento del voto all’unanimità?
M.: “Non dobbiamo mai avere paura di discutere. Il Parlamento europeo ha investito molto nell’organizzazione della Conferenza sul futuro dell’Europa, e siamo stati chiari nel chiedere una nuova Convenzione europea che riunisca gli Stati membri, i parlamentari nazionali ed europei per continuare la conversazione sulla riforma dell’Ue iniziata con la Conferenza sul futuro dell’Europa. Nel novembre 2023, il Parlamento ha adottato una relazione, il nostro contributo a un dibattito che riteniamo necessario. Ma vorrei essere chiaro: l’obiettivo non è la modifica del trattato in sé e per sé; piuttosto, sono i risultati: una migliore cooperazione in materia di difesa, un’unione sanitaria e un approvvigionamento energetico coordinato come norma, che contano”.
E.: Parlando di unanimità, al Vertice Ue straordinario del primo febbraio i leader hanno superato il veto ungherese e raggiunto un accordo a ventisette sulla revisione del bilancio pluriennale (2021-2027)…
M. “La sicurezza dell’Ucraina è anche la sicurezza dell’Europa. Accolgo con favore l’accordo raggiunto sul sostegno finanziario a lungo termine all’Ucraina. È una buona notizia. Avevamo bisogno di un accordo con tutti i 27 Stati membri: era importante per la credibilità, la legittimità e la prevedibilità dell’Europa. Due anni fa ci siamo impegnati a stare al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”.