Bruxelles – Lo scontro sul budget per l’Erasmus e per Horizon sta per arrivare a Strasburgo. Durante la prossima sessione plenaria (dal 16 al 19 settembre), gli eurodeputati discuteranno della posizione da adottare per i negoziati sul bilancio del 2025, che si annunciano caldi. A cominciare dalla risposta da dare alla proposta del Consiglio di tagliare i fondi per i programmi di scambio e di ricerca, che l’Europarlamento vuole respingere (o quantomeno ridimensionare).
Lo scorso luglio gli Stati membri hanno proposto di tagliare complessivamente 8,17 miliardi di euro dal bilancio comunitario per l’anno prossimo, di cui 295 milioni dal programma Erasmus, che permette agli studenti universitari e ai giovani lavoratori dell’Unione di vivere per alcuni mesi in uno dei Paesi partecipanti al progetto. Ma anche il programma Horizon, fiore all’occhiello della ricerca scientifica made in Eu, riceverebbe 400 milioni in meno nella proposta dei governi nazionali.
Non è detto che ciò accada, anzi, è più probabile che dai negoziati inter-istituzionali sul bilancio comunitario per il prossimo anno – che inizieranno a novembre – emerga una soluzione di compromesso tra le richieste del Consiglio e quelle dell’Eurocamera (i due soggetti che, Trattati alla mano, definiscono il budget comunitario), che non vorrebbe apportare tagli così drastici. Mercoledì prossimo (18 settembre), durante la Plenaria a Strasburgo che segnerà la ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, i deputati discuteranno della posizione che l’Aula dovrà adottare nel braccio di ferro con gli Stati membri, che dovrebbe essere poi approvata formalmente a ottobre.
“Ogni anno il Consiglio utilizza una giustificazione analoga per ridurre le dotazioni dei programmi o per limitare i rafforzamenti programmati, anche se le circostanze procedurali e di bilancio e il contesto sociale, economico e geopolitico sono cambiati notevolmente”, ha dichiarato il relatore Victor Negrescu (S&D, Romania), aggiungendo che questo approccio “favorisce l’incomprensione“. Per la sua compagna di gruppo, la francese Emma Rafowicz che è vicepresidente della commissione Istruzione e cultura (Cult), i socialdemocratici sono “sbalorditi” e “scioccati” dall’audacia delle cancellerie. E promettono battaglia.
Il Parlamento europeo ha messo nero su bianco le proprie priorità per l’anno fiscale 2025 lo scorso marzo, chiedendo di mettere al centro delle spese dell’Unione le transizioni verde e digitale, la competitività, l’inclusività e la sicurezza. Il prossimo bilancio annuale vedrà l’entrata in vigore della revisione del budget settennale (propriamente detto Quadro finanziario pluriennale), approvata lo scorso febbraio, e dovrà iniziare a prendere in considerazione la questione di come ripagare i costi del debito fatto con il NextGenerationEu.