Bruxelles – Il diritto dell’Unione europea vale sempre più del diritto nazionale. Per chi ancora ne avesse dubbi o fosse tentato che sovranismo fa rima con sovranità, la Corte di giustizia dell’Ue fa chiarezza: un giudice nazionale non è tenuto ad applicare una decisione della sua Corte costituzionale che violi il diritto dell’Unione. Neanche il diritto costituzionale creato dalla Consulta, dunque, può opporsi a quello comunitario.
La sentenza emerge dalla causa sollevata dai tribunali della Romania. Nel Paese si è aperto un contenzioso per una morte sul lavoro, che il giudice amministrativo non ha considerato tale. Secondo una normativa nazionale, come interpretata dalla Corte costituzionale rumena, questa decisione del giudice amministrativo impedisce al giudice penale di riconsiderare se l’incidente costituisca un infortunio sul lavoro. Tuttavia, rilevano i giudici di Lussemburgo, tutto questo è in contrasto con la direttiva sulla sicurezza al lavoro, e nello specifico il diritto dei familiari di essere ascoltati.
Data l’esistenza di normative europee, queste devono essere seguite. La Corte di giustizia sono chiari in materia: i giudici nazionali “devono potersi astenere” dal seguire una decisione della loro corte costituzionale qualora tale decisione sia in contrasto con il diritto dell’Unione. In quel caso, i giudici “non possono essere oggetto di sanzioni disciplinari”.