Bruxelles – Una politica di coesione che abbia un approccio territoriale e che rispetti il principio di sussidiarietà, un dialogo rafforzato con la Commissione europea e soprattutto un budget adeguato. Sono le richieste messe nero su bianco da 134 regioni europee, provenienti da 16 Stati membri, in vista della prima fase del nuovo mandato di Ursula von der Leyen alla guida dell’esecutivo Ue. Tra loro anche dodici regioni italiane.
Si tratta di Emilia-Romagna, Abruzzo, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto e provincia Autonoma di Bolzano, firmatarie del non-paper (un documento informale) che sarà al centro dell’evento “Per una politica di coesione e crescita rafforzata dopo il 2027 con le regioni al centro”, previsto domani (2 ottobre) al Parlamento europeo di Bruxelles e promosso dal vicepresidente dell’Eurocamera, Younous Omarjee. Alla conferenza saranno presenti una ventina di presidenti e assessori regionali, che dibatteranno la posizione espressa nel non-paper con una trentina di eurodeputati.
“In vista dell’audizione dei futuri Commissari e nella fase iniziale del secondo mandato della Presidente von der Leyen”, ma soprattutto con l’attenzione rivolta all’avvio dei negoziati per il nuovo bilancio a lungo termine dell’Ue, “chiediamo un rafforzamento delle politiche più visibili nei territori europei e la politica di coesione è certamente la più importante di queste”, si legge nel documento.
Prioritario, secondo il testo, è garantire un “bilancio che corrisponda all’approccio di investimento a lungo termine della Politica di Coesione che affronta le diverse sfide in tutte le regioni dell’Ue”. Nel quadro finanziario pluriennale 2021-2027, l’Ue ha stanziato 330 miliardi di euro per i progetti di coesione. Ma non è solo una questione di quantità di risorse. Per i 134 firmatari bisogna garantirne “una gestione condivisa e una governance multilivello”. Ecco perché il non-paper “si oppone alla proposta contenuta negli orientamenti politici” presentati da von der Leyen, che prevedono un piano unico per ogni Paese.
Per quanto riguarda la necessità di “un dialogo rafforzato tra la Commissione europea e le regioni europee per migliorare ulteriormente i risultati della politica di coesione dopo il 2027”, le 134 regioni esprimono soddisfazione per la nomina di un vicepresidente esecutivo con la delega proprio alla Coesione e alle Riforme. L’italiano Raffaele Fitto. “Si tratta di un forte riconoscimento dell’importanza e della rilevanza della politica di coesione per tutte le regioni d’Europa”, sottolineano le regioni.