Bruxelles – Israele adesso dichiara guerra alle Nazioni Unite. Le forze armate dello Stato ebraico, nella risposta alle organizzazioni terroristiche di Hamas e Hezbollah, sparano su tre contingenti della missione Unifil, due dei quali italiani, scatenando proteste, critiche e censure di Unione europea e Italia. “Atto ingiustificabile”, la reazione dell’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, che in un messaggio affidato al canale X condanna quello che definisce un’azione “inammissibile”. Un errore imperdonabile, aggiunge, poiché “le posizioni dei peacekeepers è nota”. Con quanto accaduto “è stata oltrepassata un’altra linea rossa”, attacca ancora Borrell, in aperta critica con il governo di Benjamin Netanyahu.
L’episodio non fa che accrescere le tensioni tra Bruxelles e Tel-Aviv, dopo le critiche e le condanne dello stesso Borrell per gli attacchi condotti dalle forze armate israeliani sugli operatori sanitari, sempre in Libano, in aperta violazione del diritto umanitario internazionale.
Tensioni anche in Italia, con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha presentato una protesta formale. Convocato l’ambasciatore di Israele, tramite il ministro della Difesa, per chiedere spiegazioni dell’accaduto, affermare che quanto avvenuto in Libano “non è ammissibile”.
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha indetto una conferenza stampa per rassicurare che “non ci sono feriti italiani tra i caschi blu”, e sottolineare “la gravità dell’episodio“. Lo stesso ministro avverte Israele: “Gli atti ostili e reiterati delle forze armate israeliane contro la base Unp potrebbero rappresentare crimini di guerra, e sicuramente rappresentano delle gravissime violazione delle norme del diritto internazionale sicuramente non giustificate da alcuna necessità militare“.
Le rimostranza italiane, assicura Crosetto, sono state portate all’attenzione del ministro delle Difesa dello Stato ebraico, Yoav Gallant, intimato a cessare le ostilità e tornare nel solco del diritto internazionale e umanitario. Palazzo Chigi fa sapere che Meloni “segue in maniera attenta gli sviluppi, in costante contatto con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani” insieme allo stesso Crosetto. Il governo italiano conferma “il ruolo fondamentale di Unifil nel sud del Libano” e “continua a lavorare per la cessazione delle ostilità e alla de escalation della regione”, recita la nota del governo. Una presa di distanza e una condanna al sempre più scomodo – perché indifendibile – alleato Netanyahu.