Bruxelles – L’Europa, gli investimenti che servono e i soldi che non ci sono. Anche perché i cittadini non si fidano. Per rilanciare il sistema economico-produttivo a dodici stelle e tradurre in pratica le ambizioni di sostenibilità e innovazione incardinate nel Green Deal servono così tante risorse da indurre la politica a ragionare su nuovi strumenti di debito comune, e spingere per intercettare quei risparmi privati che dormono che però rischiano di restare dove e come sono. C’è un problema culturale, sottolinea la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, al 34esimo congresso bancario di Francoforte. “In genere, gli europei preferiscono prodotti di risparmio liquidi a basso rischio“, sottolinea.
Le famiglie preferiscono scelte oculate, caute. Meglio guadagnare un po’ meno, ma basta non intaccare i pochi soldi da parte. I piccoli risparmiatori, nell’impossibilità di diversificare, o mettono da parte risorse per usarle quando e se serve, o prediligono investimenti sicuri. Un problema, per le necessità dell’Europa. “Una volta che i risparmi sono stati allocati dai mercati dei capitali, non escono verso aziende e settori innovativi”, sottolinea Lagarde. Questo, spiega, “a causa di un ecosistema sottosviluppato per il capitale di rischio“.
In Europa non c’è dunque solo la questione di un’unione dei mercati dei capitali mancanti, tutto da realizzare, ma serve un intervento per convincere famiglie e piccoli risparmiatori europei a mettere in gioco le proprie risorse. Servono garanzie in caso di perdite, e un sistema di assicurazione. Perché, continua Lagarde, “se le famiglie investono, spesso non ottengono l’offerta migliore“. Una situazione da affrontare e risolvere.
“Abbiamo bisogno che i risparmiatori in Europa abbiano prodotti accessibili, trasparenti e convenienti“, insiste la presidente della Bce. Così facendo si può sostenere quell’industria innovativa e quell’innovazione mancanti. “Dall’anno scorso, la posizione di innovazione in declino dell’Europa è venuta alla luce più chiaramente”, lamenta Lagarde. “Il divario tecnologico tra Stati Uniti ed Europa è ormai inequivocabile”.
Per recuperare questo divario in nome di una nuova competitività tutta europea il nodo investimenti va sciolto. I capitali privati, in particolare quelli delle famiglie, possono giocare un ruolo non indifferente per la mole di risorse immobilizzate. “In Europa circa 11,5 trilioni di euro sono detenuti in contanti e depositi“, rileva ancora la presidente della Banca centrale europea.
Serve dunque che la politica, nazionale ed europea, crei le condizioni per modificare abitudini e cultura degli europei, per invogliarli a investimenti nuovi, con rischi più alti coperti però da garanzie. “A mio avviso – suggerisce – uno ‘standard europeo di risparmio’, un insieme di prodotti di risparmio standardizzati a livello Ue, è il modo migliore per raggiungere questi obiettivi. Una nuova idea di titoli di debito europeo, da affiancare ai bot nazionali.
Questi prodotti di risparmio europeo vanno però sviluppati, e fatti per bene. “Se correttamente progettati e distribuiti, questi prodotti sarebbero accessibili”, assicura Lagarde. Sarebbero “semplici da comprendere, disponibili ovunque e offrirebbero una gamma di opzioni di investimento”. Inoltre, se fatti a dovere, sarebbero anche “trasparenti, perché sarebbero strutturati secondo criteri chiari, come la diversificazione, la struttura delle commissioni e la composizione del portafoglio”. Inoltre risulterebbero anche accessibili, “perché i fornitori di servizi finanziari sarebbero in grado di offrire prodotti certificati dall’Ue con meno burocrazia, mentre la standardizzazione porterebbe a una maggiore comparabilità e concorrenza. Entrambi gli effetti dovrebbero ridurre le commissioni”.