Bruxelles – O tutto o niente, prendere o lasciare. Il rapporto Draghi sulla competitività dell’Ue, testo che dovrebbe guidare l’azione dell’Ue in questa nuova legislatura (e che Eunews ha tradotto interamente in italiano), non può essere oggetto di negoziati e la presidenza polacca del Consiglio dell’Ue non ha intenzione di cedere. Non si spacchetterà il documento, chiarisce Agnieszka Bartol, rappresentante permanente della Polonia presso l’Unione europea, presentando il programma di presidenza del semestre polacco. “Proveremo a lavorare sulle raccomandazioni del rapporto nella loro interezza, come richiesto da molti Stati membri, invece di scegliere singoli aspetti”.
Dall’1 gennaio e per i primi sei mesi del 2025, dunque, uno dei grandi compiti della squadra di governo di Donald Tusk sarà quello di non cedere a tentativi e tentazioni di prendere solo quello che piace di più del certosino lavoro svolto dall’ex primo ministro e dall’ex presidente della Banca centrale europea. Certo, ammette la diplomatica polacca, attorno al tavolo “condividiamo analisi su uno dei principali impedimenti agli investimenti, vale a dire il costo dell’energia e la necessità di sicurezza energetica”, così come tra Stati membri dell’Ue “siamo assolutamente convinti della necessità di semplificazione normativa”. Ma, ribadisce, sul rapporto Draghi bisogna marciare compatti.
Anche perché la Polonia fa della sicurezza la parola d’ordine del proprio semestre di presidenza. Sicurezza declinata in sette aspetti, incluso quello economico, che passa per rafforzamento di mercato unico e anche di competitività. Il rapporto Draghi resta un elemento guida, e la scelta di provare a sostenerlo nella sua interezza ha la sua logica. Certo, è anche un rischio. Perché se il confronto si riduce a un ‘o tutto o niente’ rischia di saltare l’intero banco. La vera sfida appare questa, anche perché su altri dossier il lavoro non si annuncia particolarmente pressante.
Il semestre di presidenza polacca non sarà all’insegna delle riforme istituzionali. “Non lavoreremo per cambiare i trattati, e non vediamo neppure appetito per questo attorno al tavolo”, ammette Bartol. Quanto al nuovo bilancio pluriennale dell’Ue, l’Mff 2028-2034, bozze di piani la Commissione non le metterà sul tavolo nei primi sei mesi dell’anno.