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    Home » Economia » Qualifiche professionali, in Italia (e altri 21 Paesi Ue) troppi controlli e scatta la procedura d’infrazione

    Qualifiche professionali, in Italia (e altri 21 Paesi Ue) troppi controlli e scatta la procedura d’infrazione

    La direttiva del 2005 applicata in senso restrittivo per edilizia, trasporti e servizi alle imprese. Per Bruxelles un sistema "Ingiustificato". Due mesi per rispondere

    Renato Giannetti di Renato Giannetti
    16 Dicembre 2024
    in Economia

    Bruxelles – Italia, sulle qualifiche professionali non ci siamo. La Commissione europea avvia una procedura d’infrazione per i controlli in ingresso dei titoli di studio, contrarie ad una normativa comunitaria, la direttiva del 2005, a distanza di vent’anni ancora disattesa. Non c’è solo l’Italia ad essere finita nel mirino di Bruxelles. Ci sono tre quarti degli Stati membri Ue a condividere la stessa infrazione dell’Italia.

    Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica ceca, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. In comune con l’Italia c’è una legislazione nazionale che non va.

    Premessa giuridica d’obbligo: in base alle normative per alcune categorie professionali è previsto un sistema di controlli preventivi. E’ il caso degli operatori sanitari (medici, infermieri). Per le professioni che hanno implicazioni per la salute e la sicurezza pubblica, gli Stati membri possono verificare le qualifiche prima di consentire la fornitura di servizi. Tuttavia l’Italia, al pari, degli altri partner, ha “concentrato questa azione di controllo su tre settori di particolare importanza, ovvero edilizia, trasporti e servizi alle imprese“, rileva l’esecutivo comunitario. Una scelta contraria alle regole dell’Ue.

    Si tratta di un sistema “ingiustificato” che restringe prestazione di servizi e libera circolazione dei lavoratori. L’esatto contrario, in sostanza, della direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali, concepite per semplificare la fornitura temporanea e occasionale dei propri servizi da parte dei professionisti in diversi Stati membri. Ora ci sono due mesi di tempo per fornire spiegazione, che dovranno essere convincenti. Perché altrimenti la procedura potrà essere portata avanti.

    Per l’Italia l’avvio della procedura conferma una volta di più problematica di lungo corso. In tema di qualifiche professionali il Paese aveva tagliato fuori i lavoratori qualificati croati in occasione dell’ultimo allargamento dell’Unione europea.

    Tags: italiaprofessioniqualifiche professionaliue

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