Bruxelles – Niente eurobond, niente debito comune per rilanciare l’industria della difesa. La Germania ribadisce con forza il proprio ‘nein’ all’ipotesi ventilata di garanzie quale alternativa ai prestiti concepiti invece dalla Commissione europea nell’ambito del piano ‘Rearm Europe’ per il riamo dell’Europa. “Sono scettico agli eurobond in quanto tali“, taglia corto il ministro delle Finanze tedesco, Jörg Kukies, al suo arrivo a Bruxelles per prendere parte ai lavori dell’eurogruppo. “Quello su cui la Germania è aperta, quando ci sono progetti di comune interesse europeo, è il finanziamento attraverso il bilancio europeo”, spiega. Quindi ‘sì’ ad appalti congiunti, o a prestiti europei da restituire, ma niente di più.
“Non ci convincere l’idea di creare debito e distribuirlo tra 27 Paesi”, continua il ministro delle Finanze tedesco, che così dicendo chiude la porta ad ogni idea di nuove forme di programmi sulla falsa riga di quello per la ripresa post-pandemica, NextGenerationEU, che ha visto l’Unione europea mutualizzare debito per ripartire dopo la crisi pandemica.
Il commissario per l’Economia, Valdis Dombrovskis, conferma l’intenzione di procedere secondo le intenzioni rese pubbliche. Ai governi si concede la possibilità di spendere fino all’1,5 per cento di Pil in più “ogni anno, per i prossimi quattro anni” a partire da questo, quindi fino al 2028, senza che questo incida negativamente ai sensi delle procedure per squilibri macroeconomici, a partire da quella per il deficit.
Attorno al tavolo dei ministri economici dell’Ue si è pronti a discutere di tutto, ma questo non vuol dire che tutto potrà essere accettato. Al contrario, l’idea di eurobond per la difesa nell’espressione di titoli di debito comune è respinta anche dal ministro delle Finanze del Paesi Bassi, Eelco Heinen. “I Paesi Bassi non sono a favore di eurobond. Riteniamo che questi non siano la soluzione. Esploriamo i mezzi che abbiamo all’interno delle regole che abbiamo”, taglia corto. Mentre la Francia sembra apprezzare l’idea di appalti congiunti e comprare con soldi europei. Ma, sottolinea il ministro delle Finanze francese, Eric Lombard, “i soldi vanno usati per acquistare prodotti europei che servono per rispondere alle necessità europee”. Una ricetta in salsa anti-Donald Trump e l’industria della difesa degli Stati Uniti.
L’Italia si presenta al tavolo con la voglia di partecipare al dibattito, con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che, rilevano fonti del ministero dell’Economia, porta la posizione e la proposta italiana volta a evitare un aumento del debito pubblico per sostenere la difesa. Quello che propone l’Italia è quindi di un coordinamento europeo per quanto riguarda i progetti comuni, e un impegno per intercettare capitale privato.