Bruxelles – L’Eurocamera fissa le sue priorità di spesa in vista della proposta della Commissione europea, attesa per luglio, sul nuovo bilancio pluriennale per il periodo 2028-2034. Chiede di alzare l’asticella, perché “il tetto di spesa attuale, pari all’1 per cento del reddito nazionale lordo dell’Ue, non è sufficiente ad affrontare il crescente numero di crisi e sfide”. Dal sostegno all’Ucraina al rilancio della competitività, fino al peggioramento della crisi climatica, il “progressivo disimpegno degli Stati Uniti dalla scena globale” non farà altro che aumentare gli oneri per il vecchio continente, avvertono gli eurodeputati.
In una risoluzione adottata oggi (7 maggio) con 317 voti a favore, 206 contrari e 123 astensioni, l’Aula di Strasburgo ha chiesto un quadro finanziario più ambizioso, che coniughi le priorità tradizionali come agricoltura e coesione con le nuove urgenze, difesa e competitività su tutte. Senza sacrificare le une per le altre. Ed ha respinto l’idea dell’esecutivo Ue di replicare il modello dell’Rff – il dispositivo per la ripresa e la resilienza -, cioè di frammentare il bilancio in piani nazionali per Stato membro. Nel testo, gli eurodeputati avvertono inoltre che la necessaria semplificazione burocratica non dovrà “aumentare i margini di manovra della Commissione a scapito del controllo democratico del Parlamento”.
La presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, ha affermato in conferenza stampa che “bisogna agire più velocemente quando lo richiedono le circostanze” e che l’Ue “non può permettersi situazioni in cui, in presenza di disastri o crisi, non abbiamo più risorse nel corso nel bel mezzo del ciclo finanziario”. La leader maltese ha enfatizzato la necessità di stanziare “nuove risorse per il debito accumulato”, perché altrimenti il rischio è che “il 20 per cento del prossimo bilancio sarà destinato solo a ripagare il debito“. Nel testo, l’Eurocamera chiede una chiara separazione tra il rimborso del debito e la spesa per i programmi e sostiene che “il ricorso al debito congiunto è considerato uno strumento valido per affrontare crisi comuni a livello dell’Unione, come quelle negli ambiti di sicurezza e difesa”.

Insieme a Metsola, hanno commentato il voto anche i due correlatori del documento per il Parlamento europeo, Siegfried Mureşan del Partito Popolare europeo e Carla Tavares dei socialdemocratici. Per Mureşan, oltre a chiedere un bilancio più flessibile per rispondere a “sfide e sviluppi che non possiamo prevedere per un periodo di sette anni”, l’Eurocamera deve “difendere le priorità tradizionali del bilancio dell’Unione europea, quelle dell’agricoltura e della coesione”. Il Ppe suggerisce che competitività e sicurezza possano essere declinate in modo da coesistere con l’agricoltura – “un tema di sicurezza perché ha ricadute sulla sicurezza alimentare” – e con la coesione – che “può essere utilizzata per i progetti nei campi dei beni a uso duale, nelle infrastrutture militari e civili e nella mobilità militare”.
Secondo l’eurodeputata socialista invece “servono investimenti importanti per rafforzare l’autonomia strategica, la resilienza economica e gli obiettivi verdi, senza lasciare indietro nessuno”. Un bilancio ambizioso – ha dichiarato Tavares – “deve promuovere la coesione sociale e territoriale, includere fonti di entrate nuove e garantire finanziamenti adeguati per la sicurezza, la difesa e la preparazione, nel rispetto dello Stato di diritto e dei valori fondamentali dell’Ue”.