Bruxelles – I lavori non si fermano, e al contrario si portano avanti con l’obiettivo di chiuderli entro fine mese. Sulla difesa e il finanziamento dell’industria del settore gli Stati membri vanno avanti, e il consiglio Ecofin del 13 maggio intente imprimere una svolta significativa in tal senso. La presidenza polacca di turno del Consiglio, riferiscono fonti vicine al dossier, vuole evitare che la questione torni nelle mani dei leader in occasione del vertice di giugno. Lo speciale strumento per prestiti da 150 miliardi di euro (noto come ‘Safe’, Security Action for Europe) al centro della strategia della Commissione europea non solo non si tocca, ma addirittura si intende approvarlo.
“Le discussioni sono sempre difficili quando ci sono proposte in materia di difesa, ma c’è determinazione a procedere rapidamente”, rilevano le stesse fonti europee. Non mancano nodi da sciogliere, tra cui il peso sui bilanci nazionali, ed è proprio sulle relazioni tra prestiti e debito che i ministri economici si confronteranno. Sul resto dello speciale strumento da 150 miliardi di euro tutti d’accordo per quanto riguarda l’impianto generale.
Resta ferma la condizionalità che lega la concessione dei prestiti al rispetto dello Stato di diritto da parte degli Stai membri, e i criteri di eleggibilità dei fondi che non penalizzino gli operatori economici. Qualunque sia la dimensione delle imprese, piccole o grandi, c’è flessibilità necessaria per garantire l’efficacia della strategia europea.
Quel che appare evidente è che gli Stati membri non hanno intenzione di rimettere in discussione la procedura d’urgenza prevista dai Trattati e invocata dalla Commissione europea per approvare il regolamento Safe. “Nessuna obiezione” sulla base giuridica in seno al Consiglio, confidano le fonti. La procedura accelerata che di fatto aggira il Parlamento europeo dal processo decisionale dunque non si cambia.
Del resto modificare la procedura vorrebbe dire per la Commissione Ue dover riscrivere i testi, e per la presidenza polacca del Consiglio Ue dire addio all’obiettivo di approvazione entro fine maggio. Avanti così, dunque. L’unica incognita, semmai, è rappresentata dalla partecipazione al programma Ue di partner non Ue come il Regno Unito. Una questione che si ritiene possibile comunque superare e tale da non impedire un accordo tra i Ventisette.