Bruxelles – L’Italia, che ha già messo al bando i telefoni cellulari dalla scuola dell’infanzia fino alle scuole medie, ha chiesto a Bruxelles di estendere il divieto per gli studenti under-14 di tutta l’Ue. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha affermato di avere il sostegno di Austria, Francia, Ungheria, Slovacchia e Svezia, che “hanno sottoscritto espressamente l’iniziativa”, e di Lituania, Cipro, Grecia e Belgio, che hanno “annunciato l’appoggio”. Il ministro leghista vuole andare oltre, e chiede che si apra una riflessione su un’estensione anche sull’uso dei cellulari alle scuole superiori.
Valditara, in un punto stampa prima dell’incontro con i suoi omologhi europei, ha aggiunto inoltre che anche la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue, in mano alla Polonia, appoggia l’iniziativa. E si è detto convinto che “altri Paesi” lo faranno. La stessa Commissione europea si sta già muovendo: di recente, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, il commissario Ue per l’Istruzione, Glenn Micallef aveva affermato che Bruxelles “sta raccogliendo prove e pratiche da tutta l’Ue sull’impatto dei divieti di telefonia mobile nelle scuole” e che tutte le informazioni saranno disponibili “per la fine del 2025”.
Quel che può fare la Commissione europea è una semplice raccomandazione, non vincolante, in un tema su cui peraltro molti Paesi sono già intervenuti. Svezia, Finlandia, Danimarca, Francia e altri, hanno imposto divieti simili. L’Italia da un lato insiste che vengano “eliminati i cellulari dalle scuole dell’Unione europea sicuramente fino ai 14 anni”, dall’altro cerca di fare breccia per aprire una discussione “sull’utilità” di estendere i divieti anche per le scuole superiori. “Se fino ai 14 anni i rischi sono evidenti e senz’altro prevalenti rispetto ai benefici che sono oggettivamente abbastanza inconsistenti, dobbiamo capire se sopra i 14 anni nelle scuole superiori un divieto può avere una sua concreta utilità“, ha dichiarato Valditara. Aggiungendo: “Io ritengo che possa averla”.
Secondo il ministro, i dati “sono drammatici e hanno un duplice impatto”: sullo sviluppo psico-emotivo dei giovani e sulla didattica. Difficoltà di concentrazione, di memorizzazione, “persino nello sviluppo della fantasia”. E poi, sull’uso del cellulare a fini didattici, “il cellulare induce alla distrazione e quindi ovviamente non garantisce le condizioni per eccellenti performance“, ha proseguito Valditara. Gli danno ragione le stime raccolte dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, secondo cui il 65 per cento degli studenti si distraggono utilizzando dispositivi digitali per apprendere la matematica. A cui si si aggiungono un 59 per cento di tutti gli studenti di età compresa tra e i 6 e 15 anni distratti da compagni intenti a utilizzare dispositivi portatili anziché seguire le lezioni.
Quella di Valditara per “l’uso corretto degli strumenti digitali” è una crociata più ampia, che non riguarda solo l’ambiente scolastico. Il ministro ha suggerito “un eventuale elemento di discussione per futuri sviluppi”, cioè la proposta di una “regolamentazione stringente nell’uso dei social da parte dei minori dei 15 anni”.







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