Bruxelles – Il commissario per gli Affari interno, Magnus Brunner, assicura che la lotta anti-droga “è una priorità della Commissione europea”, e i dati che produce l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Euda) nell’ultimo rapporto annuale sulle sostanze stupefacenti sono tali da rendere questi impegni ancor più prioritari. Traffici e mercato non conoscono sosta, al contrario prosperano sempre di più. Ne sa qualcosa l’Italia, che sperimenta nuovi prodotti diventando il nuovo hub di ketamina e derivati.
“Si è osservato un aumento del numero di pazienti che entrano in trattamento per problemi legati al consumo di ketamina in Belgio, Germania e Italia”, denuncia il rapporto. In Italia la sostanza dagli effetti allucinogeni si assume soprattutto in mix di droghe. E’ sempre più di moda la cosiddetta ‘cocaina rosa’, miscela di ketamina, Mdma e una terza sostanza varabiale tra cocaina, anfetamine o nuove sostanze psicoattive. Nel 2024 almeno tre paesi hanno segnalato il rilevamento della cocaina rosa alla banca dati del Sistema di allerta precoce dell’Ue sulle nuove droghe, “con la maggior parte dei casi segnalati da Spagna e Italia”.

Cocaina, mercato che resiste e si rafforza
A proposito di cocaina, la sostanza resta in cima alle classifiche di vendite e consumi. L’Euda rileva che solo nell’ultimo anno ne abbiano fatto uso 4,5 milioni di persone, di cui 2,7 milioni di giovani (15-34 anni). Mentre i consumatori abituali sarebbero 17,2 milioni. La merce proibita continua ad entrare e uscire prevalentemente dai porti, via container. I punti carico e scarico però sono cambiati, dirottati verso porti più piccoli, con meno controlli. A rendere ancora più difficile la lotta al traffico i nuovi modi di commercializzazione: sempre più la cocaina entra in Europa come ‘composto’, denuncia l’Euda. Uno dei nuovi modus operandi è l’occultamento nella plastica, a cui viene legata chimicamente. Una volta in Europa appositi laboratori provvedono a recuperare la cocaina per piazzarla sul mercato.
Il risultato di tutto questo è un sistema di successo per i narcotrafficanti: “Nel complesso, il traffico di cocaina verso l’Europa e la produzione di questa droga all’interno dell’Unione Europea rappresentano una sfida dinamica e dispendiosa in termini di risorse per le forze dell’ordine e le autorità doganali”. Ciò fa sì che le maglie restino allentate e il commercio continui.
Tra sfide vecchie e nuove: fentanyl e crack
Non migliora il quadro di contrasto alla vendita e all’uso di fentanyl, problema ormai anche per l’Unione europea. La buona notizia, a volerla cercare, è una problematica stazionaria nella portata e nel fenomeno, almeno stando ai dati disponibili. Il rapporto sulle droghe 2025 stabilisce che il numero di decessi correlati al fentanyl e ai suoi derivati è rimasto pressoché invariato: 153 casi mortali nel 2023, contro i 159 nel 2022. “Molti di questi casi – rileva il rapporto – sono stati associati al fentanyl dirottato dall’uso medico anziché prodotto per il mercato illecito della droga”.
Potente, legale ma usato come la cocaina: nell’Ue esplode il problema Fentanyl
Risulta “preoccupante” l’evoluzione nella diffusione e nell’utilizzo di crack, segnalato e registrato sempre più in un numero maggiore di Paesi. Tra il 2018 e il 2023 il numero di pazienti sottoposti per la prima volta al trattamento per il crack è aumentato del 35 per cento, passando da 2.700 casi a 3.700 casi. Ma “anfetamine e droghe sintetiche rappresentano una nuova sfida”, riconosce il presidente del cda di Euda, Franz Pietsch. Solo nell’ultimo anno sarebbero stati 2,3 milioni le persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni ad aver provato anfetamine, con 9,7 milioni di europei che si ritiene siano ormai consumatori abituali.
Le sfide però non finiscono qui: per quanto riguarda le droghe sintetiche, come anfetamine, Mdma e catinoni, vi sono prove di “un aumento della produzione in Europa e sussistono preoccupazioni sul fatto che questa produzione locale, più vicina ai mercati di consumo, possa innescare cambiamenti più rapidi nelle tendenze di consumo”. L’Europa diventa quindi un centro di produzione, con le ripercussioni del caso.