Bruxelles – Una “visione comune”, che dovrà tradursi in una serie di proposte concrete per accompagnare quanti più partner internazionali in una rivoluzione digitale colma di opportunità, ma non certo priva di rischi. La Commissione europea ha presentato oggi (5 giugno) una strategia per rafforzare i propri partenariati digitali ed istituirne di nuovi, per fare in definitiva da contraltare a chi ha già a disposizione un grande potenziale tecnologico – Cina e Stati Uniti su tutti -.
“Nessuno può guidare da solo questa rivoluzione”, ha affermato la vicepresidente esecutiva della Commissione europea responsabile per la Sovranità tecnologica, Henna Virkkunen, in conferenza stampa. La nuova ‘diplomazia digitale’ dell’Ue prevede una vera e propria “offerta tecnologica” per i Paesi partner “in Africa, Asia e America Latina”. L’idea sarebbe combinare gli investimenti del settore pubblico e privato dell’Ue a sostegno della transizione digitale nei Paesi partner, concentrandosi in particolare su infrastrutture digitali “sicure ed affidabili”, su tecnologie “emergenti”, quali l’intelligenza artificiale, il 5G e il 6G, i semiconduttori e le tecnologie quantistiche, sulla sicurezza informatica, su identità digitali e infrastrutture pubbliche digitali.
“C’è anche un aspetto legato alla sicurezza: l’Ue deve affrontare i rischi di strumentalizzazione delle sue dipendenze tecnologiche ed economiche”, ha spiegato ancora la vicepresidente esecutiva. L’Ue ha attualmente quattro partenariati digitali, con il Giappone, la Corea del Sud, Singapore e il Canada. Ma Virkkunen ha citato anche l’India, con cui Bruxelles ha approfondito la cooperazione attraverso il Consiglio Ue-India per il commercio e la tecnologia (TTC). In totale, sono più di 30 i Paesi “like-minded” con cui l’Ue ha intavolato dialoghi sul digitale.
Oltreoceano, “il nostro partner più strategico in materia di sicurezza ed economia” non condivide l’approccio regolatorio che l’Unione sta cercando di imporre sull’ecosistema digitale. “Sappiamo che le aziende tecnologiche statunitensi svolgono un ruolo molto importante nell’Ue“, ha ammesso Virkkunen, sottolineando però che l’Unione “è il loro principale mercato” ed “è molto importante per loro”.
Tra le priorità di Bruxelles, ribadita anche nella strategia internazionale, c’è la necessità di “garantire un ambiente digitale sicuro ed equo”. I partenariati si concentreranno anche su “piattaforme online che promuovano la protezione dei minori, la libertà di espressione, la democrazia e la privacy dei cittadini” e su “una governance digitale che promuova la coesione sociale” e tuteli “i diritti umani e i principi democratici”.