Bruxelles – “Non siamo pronti. E abbiamo pochissimo tempo per esserlo”. Herald Ruijters, vicedirettore generale della Direzione generale per l’Industria della Difesa e lo Spazio e capo della task force Safe, non gira intorno alla questione. Di fronte ai rappresentanti dell’industria della difesa riuniti al summit europeo sulla sicurezza e la difesa, il suo messaggio è diretto: “Questo è il momento di agire. Abbiamo settimane, non anni”.
Safe, il nuovo strumento finanziario dell’Ue da 150 miliardi di euro, è concepito per rafforzare la base industriale della difesa. Ma Ruijters avverte: non basta avere i fondi, serve trasformarli rapidamente in capacità operative. “Vorrei vedere Safe esaurito fin da subito. Solo così potremo costruire un secondo Safe. Ma prima dobbiamo dimostrare di saper fare sistema”. Il punto, ribadisce, è operativo: “Dobbiamo pensare più europeo, armonizzare i sistemi, fare acquisti congiunti. Se restiamo frammentati, perdiamo questa occasione”.
Accanto a lui, l’ammiraglio Ignacio Cuartero Lorenzo dell’Eu Military Staff ha parlato di deterrenza attraverso la costruzione di una forza ad alto potenziale: “finora abbiamo costruito scudi. Ora serve anche una spada. Dobbiamo trasformare il denaro in forza che incuta timore”. L’idea dominante del panel è che l’Europa sia di fronte a un cambio d’epoca. Lo sottolinea Jan Pie, segretario generale dell’ Aerospace, security and defence industries association of Europe (Asd): “La Russia ha un’economia di guerra, noi abbiamo un’economia di pace. Serve un cambio di mentalità. Gli eserciti vincono le battaglie, ma sono le economie a vincere le guerre”.
L’obiettivo della Commissione è chiaro: lanciare progetti concreti già nei prossimi mesi. “Entro luglio i Paesi devono presentare le richieste. Quattro mesi dopo, i piani devono essere operativi. Abbiamo già identificato gli ostacoli: ora tocca all’industria fare la sua parte”, ha detto Ruijters. Il messaggio è tutto racchiuso in una parola: mobilitazione. “Safe è il primo passo. Ma dobbiamo correre se vogliamo arrivare pronti al 2030. Io sono pronto a farlo ogni giorno. Lo devono essere anche le imprese”, ha concluso.