Bruxelles – La TV? Si guarda su internet. Per gli europei, ormai, il televisore è sempre più uno strumento superato e il pc, invece, uno strumento di duplice uso, professionale e personale. Così rileva Eurostat, nei dati su usi e abitudini dei cittadini dell’Unione europea in materia di internet. Nel 2024 uomini e donne dell’Unione europea hanno utilizzato “ampiamente” Internet per scopi culturali, rileva l’istituto di statistica europeo. Nello specifico, “l’attività più comune era guardare la TV o video online“, secondo le dichiarazioni rese dal 79 per cento degli utenti. Per otto europei su dieci, dunque, il computer è il nuovo strumento per godersi una serata tranquilla e rilassante con i propri attori preferiti.
Questo nuovo modo di vivere le emozioni sul piccolo schermo riguarda soprattutto i cittadini di Paesi Bassi e Finlandia (96 per cento in entrambi i casi), dove praticamente tutti usano il PC per guardare la TV, che si tratti di film, telefilm o serie. Segue nella speciale classifica Cipro. Ad ogni modo, l’abitudine sembra consolidata ovunque. Anche in Bulgaria, penultima per visione di programmi televisivi su computer, una persona su due (55 per cento) ha abbandonato l’ormai superato e obsoleto televisore.
E la musica? Dimenticate la radio. Ormai per ascoltare le canzoni preferite si preferiscono canali internet: Youtube, Spotify, Amazon music e Deezer ‘tirano’ più della tradizionale radio. Due persone su tre con un pc di uso continuato (65 per cento) dichiarano di sfruttare internet per ascoltare musica.
L’Italia in tutto questo come si pone e come si colloca? L’80 per cento degli italiani guarda la tv al pc, ma il Paese, nel resoconto di Eurostat, viene citato espressamente una sola volta, per la poca attenzione data all’informazione. “La lettura di notizie online (da siti web, quotidiani o riviste) è stata dichiarata dal 91 per cento degli utenti di internet nella Repubblica Ceca, dal 90 per cento in Finlandia e dall’89 per cento a Cipro. Al contrario, le percentuali più basse si sono registrate in Italia (62 per cento), Francia (56 per cento) e Romania (50 per cento).
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