Bruxelles – Per la prima volta dopo la Brexit, il Regno Unito potrà rimandare indietro alcune delle persone migranti che entrano nel Paese partendo dalla Francia e attraversando il canale della Manica. Ieri (10 luglio), Keir Starmer e Emmanuel Macron hanno annunciato un accordo che permetterà alle autorità britanniche di procedere ad un certo numero di espulsioni verso il continente, accogliendo in cambio richiedenti asilo che dimostrino di avere legami familiari sull’isola.
I due leader hanno svelato l’accordo al termine di una visita di tre giorni del presidente francese nel Regno Unito. Hanno previsto il lancio di un progetto pilota già nelle prossime settimane. Il principio è esemplificato nello slogan “one in, one out” (uno dentro, uno fuori), a sottolineare la reciprocità in termini di carico sui sistemi di accoglienza nazionali. In realtà, il presidente francese Emmanuel Macron dovrà convincere Italia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro che l’accordo bilaterale con Keir Starmer non si trasformi in un onere anche per loro, a cui Parigi potrebbe riconsegnare richiedenti asilo secondo il principio cardine del regolamento di Dublino.

In base al programma, i funzionari britannici selezioneranno un certo numero di persone migranti in arrivo per farle tornare in zone della Francia lontane dalla costa settentrionale, in cambio dell’accoglienza di richiedenti asilo che possono dimostrare di avere legami familiari nel Regno Unito. Londra tratterrà i candidati scelti per le ‘espulsioni pilota’, comunicando loro che la loro richiesta di asilo è inammissibile. Viceversa, chi si trova in Francia e desidera accedere ad un ricongiungimento familiare, potrà presentare domanda tramite una piattaforma online e, se la domanda sarà accolta, potrà richiedere asilo nel Regno Unito.
Oggi, il portavoce della Commissione europea per gli Affari interni, Markus Lammert, ha affermato che Bruxelles “esaminerà le concrete modalità di questa cooperazione con le parti coinvolte”. Per ora, non è chiaro se e in che modo l’accordo passerà al vaglio dell’esecutivo comunitario e degli Stati membri. Il programma è ancora incerto anche in termini di portata e tempistiche: Macron e Starmer non hanno indicato obiettivi precisi, ma secondo i media britannici e francesi si parla di un massimo di 50 persone coinvolte alla settimana, cioè circa 2.600 all’anno. Un numero che rimane irrisorio rispetto a quello – in deciso aumento – degli attraversamenti: secondo i dati aggiornati dell’Agenzia Ue della Guardia di frontiera e costiera, nei primi sei mesi dell’anno avrebbero lasciato le coste francesi 33.200 persone migranti, spesso su piccole e fragili imbarcazioni.
La ministra degli Interni britannica, Yvette Cooper, ha dichiarato in un’intervista radiofonica che si aspetta che l’Ue approvi l’accordo: “Abbiamo parlato con i commissari europei – ha affermato -, abbiamo anche parlato con altri ministri degli Interni e governi europei durante tutto questo processo”. Cooper ha spiegato che il progetto è in cantiere “dall’ottobre dello scorso anno e i commissari dell’Ue sono stati molto favorevoli. Ecco perché l’abbiamo progettato in modo che funzioni, non solo per il Regno Unito e la Francia, ma anche per rispondere a tutte le loro preoccupazioni”.












![[foto: Mattia Calaprice/Wikimedia Commons]](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2025/12/Imagoeconomica_1783367-120x86.jpg)