Bruxelles – Il Quadro finanziario pluriennale 2028-2034 presentato ieri dalla Commissione europea, al momento, sembra essere pronto per il cestino della carta straccia. Ovviamente non sarà così, su quella base si negozierà e probabilmente molto resterà in piedi, alla fine dei due anni di negoziati che ci aspettano prima del varo definitivo, con il voto all’unanimità dei governi ed a maggioranza assoluta del Parlamento.
L’accoglienza del piano è stata delle peggiori, in Parlamento, al momento, si sono ribellati tutti, dai Popolari, ai socialisti, ai liberali, ai verdi alla Sinistra, alla destra. “Una barzelletta” è stato uno dei commenti meno aggressivi, da parte di deputati che si sentono scippati del loro ruolo di intervento e controllo sulle politiche dell’Unione.
La presidente del Comitato delle Regioni Kata Tüttő, ha definito il progetto un “MOSTRO” (sì, in maiuscolo nel testo originale), teso a “inghiottire la politica di coesione e spezzarne la spina dorsale nazionalizzandola e centralizzandola”.
Anche dai governi l’accoglienza è stata pessima. Per ora si sono pronunciati in pochi, solo in tre, ma sono tre importanti: la potente Germania, i Paesi Bassi che tradizionalmente guidano i falchi (anche se ci saranno elezioni politiche in autunno) e l’Ungheria amica della Russia, che ama mettersi di traverso sulle politiche dei 27 ogni volta che può. Dunque tre Paesi di peso, che possono guidare uno o più gruppi in grado di fermare tutto.
Berlino ha bocciato subito la proposta della sua compatriota, affermando che “un aumento complessivo del bilancio dell’Ue è inaccettabile in un momento in cui tutti gli Stati membri stanno compiendo sforzi significativi per consolidare i propri bilanci nazionali”, ha detto senza mezzi termini il portavoce del governo Stefan Kornelius, che ha voluto essere proprio chiaro: “Pertanto, non saremo in grado di accettare la proposta della Commissione”.
Per i Paesi Bassi ha parlato il ministro delle Finanze, Eelco Heinen, rimarcando che “l’Ue è importante per la nostra prosperità, ma il bilancio proposto è troppo elevato” e questo è un classico delle posizioni olandesi. “Non dovremmo concentrarci sempre e solo su come l’Ue possa spendere di più – ha spiegato il ministro -, ma piuttosto su come i fondi esistenti possano essere spesi meglio. Abbiamo bisogno di un bilancio più moderno, in cui i fondi disponibili siano utilizzati in modo più intelligente ed efficiente. Ad esempio, puntando su competitività, innovazione e sicurezza”.
Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha scelto X per esprimere il suo malcontento al nuovo Qfp, puntando ad aizzare il mondo agricolo: “Una nuova scioccante notizia sul bilancio dell’Ue rivela una pericolosa scommessa: L’Ucraina otterrebbe un massiccio aumento dei finanziamenti, mentre gli agricoltori europei ci metterebbero. Questo piano rischia di mettere in disparte l’Europa rurale e di minacciare le famiglie di tutto il continente. Bruxelles non deve abbandonare gli agricoltori europei per finanziare l’Ucraina”.
Si negozierà, c’è tempo, alcune cose come la centralizzazione delle spese per agricoltura e coesioni piacciono a molti governi, e se si dovessero allineare i governi poi diventa difficile per il Parlamento opporsi, anche se la maggioranza assoluta è comunque un obiettivo complicato, ma l’inizio non è certo incoraggiante.














