Bruxelles – La notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre si dormirà un’ora di più: torna l’ora solare. Quella notte alle 03.00 le lancette torneranno indietro di un’ora, alle 02.00. Durerà fino alla notte tra il 28 e il 29 marzo 2026, quando ritornerà l’ora legale.
Da anni nell’Unione Europea si discute sull’abolizione di questo doppio cambio di ora durante l’anno. L’ultimo intervento è quello del presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez che in un video sui social ha affermato che “cambiare l’ora due volte all’anno non ha più senso” e rivela che la Spagna ha posto il tema all’attenzione del consiglio Energia dell’Ue perché “venga messo in atto il meccanismo di revisione”.
Certo è che a trarre vantaggio dall’abolizione dell’ora legale sarebbero in particolare i Paesi nordici, dove le giornate estive sono comunque lunghe e quelle invernali comunque brevi, con alternanza di luce e buio poco o per niente percettibili anche spostando in avanti o indietro le lancette di un’ora. Per i Paesi del sud, invece, l’ora legale, regalando un’ora in più di luce la sera e levandola all’alba, permette significativi risparmi di energia alle famiglie e alle imprese, con un positivo impatto anche sulla protezione dell’ambiente.
La scelta della Commissione, e poi del Parlamento, aveva in realtà lasciato molte perplessità, anche perché basata su un sondaggio del 2018 che diede un 84 per cento di favorevoli all’ora “unica”, al quale parteciparono solo 4,6 milioni dei 450 milioni di cittadini europei, e il 70 per cento dei quali erano tedeschi.
Secondo alcune ricerche il cambio dell’ora due volte all’anno è per molti all’origine di una condizione di stress, in particolare tra gli abitanti del Nord Europa. Passare dall’ora legale a quella solare rende le giornate invernali più buie e corte, il che provocherebbe depressione.
Al contrario l’ora legale farebbe saltare l’equilibrio perché improvvisamente aumenta le ore di luce alle quali siamo esposti, destabilizzando il nostro metabolismo.
A ottobre del 2024 in una lettera firmata da 67 eurodeputati e promossa dall’irlandese dei popolari Seán Kelly, si invitava Ursula von der Leyen a reinserire nell’agenda politica della Commissione europea la cessazione del cambio stagionale dell’ora. Una pratica che “comporta rischi ben documentati per la salute, la sicurezza e il benessere generale”. Secondo i firmatari, diversi studi hanno dimostrato che il cambio dell’orologio può “aumentare il rischio di infarti e ictus”, ma anche “portare a un aumento degli incidenti stradali”.







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