Bruxelles – Certificato COVID digitale dell’UE e accesso equo e globale ai vaccini. Dopo una prima giornata densa dedicata alla politica estera, i capi di Stato e di governo si trovano a discutere oggi (25 maggio) di approccio coordinato alla pandemia da COVID e in poche ore di vertice trovano un’intesa politica tanto sul pass europeo per facilitare gli spostamenti nello spazio Schengen a partire dal primo luglio, quanto sull’impegno di donare almeno 100 milioni di dosi di vaccini ai Paesi a basso e medio reddito entro fine 2021. Un impegno annunciato venerdì 21 maggio durante il Global Health Summit di Roma e a cui il Consiglio europeo dà il suo benestare.
I Ventisette – si legge nel testo di conclusioni adottato – chiedono di intensificare il lavoro per garantire un accesso equo a livello mondiale ai vaccini COVID e si impegnano “ad accelerare la condivisione dei vaccini per sostenere i paesi bisognosi, con l’obiettivo di donare almeno 100 milioni di dosi entro la fine dell’anno, e per aiutare a sviluppare la capacità di produzione locale in linea con la Dichiarazione di Roma” sottoscritta venerdì. Queste donazioni – di cui si sanno ancora pochi dettagli – saranno effettuate “in particolare tramite COVAX”, ha specificato la Commissione UE, ovvero il meccanismo globale di distribuzione dei vaccini in Paesi poveri, di cui Bruxelles è contributore. 15 milioni dovrebbero arrivare dall’Italia, 30 milioni dalla Francia e 30 milioni dalla Germania, come annunciato venerdì al vertice presieduto da Ursula von der Leyen e Mario Draghi.
Dal Summit UE arriva anche l’endorsement sull’accordo politico sul Certificato digitale per il Covid raggiunto da Parlamento e Consiglio lo scorso 20 maggio. Il progredire del ritmo delle vaccinazioni in Europa insieme al miglioramento della situazione epidemiologica generale, “consentirà una graduale riapertura delle nostre società”, scrivono i leader. E il pass – che sarà pronto per il lancio il primo luglio – aiuterà in questo senso a riaprire i confini in sicurezza, per ripristinare il turismo tra i confini dell’UE. I governi sottolineano comunque l’importanza di tenere sotto osservazione la diffusione di varianti e “agire se necessario”.


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