Con le dimissioni della commissaria candidata slovena, la liberale Alenka Bratusek, si aprono le porte al mini rimpasto tanto atteso da popolari e socialisti del Parlamento europeo. “Per evitare dilazioni e premiare qualità e merito sarebbe il caso che si prendesse da quella lista che governo di Lubiana aveva mandato a Juncker” questa estate in cui il secondo nome proposto era quello dell’eurodeputata S&D, Tanja Fajon, “conosciuta per la sua competenza e la sua serietà”, che le permetterebbe di “passare sicuramente l’audizione ed evitare un possibile ritardo nell’approvazione definitiva della Commissione”, ha dichiarato il capogruppo S&D, Gianni Pittella, in una conferenza stampa.
Dello stesso parere il leader del Ppe a Strasburgo, Manfred Weber, secondo cui i popolari “sosterranno solo un candidato donna e con esperienza”, e Fajon, “il cui nome era già contenuto nella lista fornita dal governo sloveno”, sarebbe “perfettamente adatto a soddisfare questa richiesta”.
Entrambi sottolineano che è prioritario che la nuova Commissione sia messa in condizione di “iniziare i suoi lavori nei tempi stabiliti”, ovvero il prossimo 1 novembre. “Qualsiasi opzione alternativa a questo obiettivo, non apparirà ragionevole per l’S&D”, ha aggiunto Pittella.


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