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    Home » Economia » Aiuti di stato green, Bruxelles consulta gli Stati membri su nuove flessibilità fino al 2030

    Aiuti di stato green, Bruxelles consulta gli Stati membri su nuove flessibilità fino al 2030

    Il nuovo quadro per gli aiuti di Stato era stato annunciato con il Clean Industrial Deal, in modo da accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e la decarbonizzazione industriale. Previsti sussidi per sostenere investimenti in "tutte le tecnologie pertinenti", compresi e-fuels e idrogeno verde

    Simone De La Feld</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@SimoneDeLaFeld1" target="_blank">@SimoneDeLaFeld1</a> di Simone De La Feld @SimoneDeLaFeld1
    11 Marzo 2025
    in Economia
    Ursula von der Leyen

    La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen presenta la Bussola della competitività, il 29 gennaio 2025 (foto: Dati Bendo/European Commission)

    Bruxelles – La Commissione europea vuole allargare le maglie degli aiuti di Stato fino al 2030, per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e la decarbonizzazione industriale. Include tra le tecnologie che potranno beneficiare dei sussidi i combustibili alternativi – e-fuels, biocarburanti e idrogeno verde – e promette una “valutazione tempestiva” degli aiuti per il nucleare, “in linea con il trattato e nel rispetto della neutralità tecnologica”. Bruxelles ha chiesto oggi (11 marzo) agli Stati membri e a “tutte le parti interessate” di esprimere un parere sulla bozza di revisione del quadro sugli aiuti di Stato prevista per accompagnare il Clean Industrial Deal.

    La tabella di marcia Ue per coniugare competitività e decarbonizzazione ha bisogno di nuove flessibilità rispetto allo schema sugli aiuti di Stato adottato nel marzo 2022 a seguito della crisi energetica causata dalla guerra d’aggressione russa in Ucraina, attraverso cui l’Ue ha avallato aiuti di Stato per 47 miliardi di euro. Una volta adottato – a giugno, indica la Commissione -, il CISAF sostituirà il vecchio Quadro temporaneo per la crisi e la transizione e dovrebbe rimanere in vigore per cinque anni, fino al 31 dicembre 2030. In linea con l’accento che Bruxelles sta ponendo sulla necessità di ‘sburocratizzare’ e accelerare i processi, il nuovo quadro alleggerirà alcuni requisiti standard per l’assegnazione di sussidi pubblici, come la procedura di gara obbligatoria.

    La bozza diffusa dalla Commissione europea prevede che i Paesi membri, tenendo conto del proprio mix energetico, possano istituire regimi di aiuti di Stato specifici per gli investimenti in fonti rinnovabili e stoccaggio di energia con “procedure di gara semplificate che possono essere attuate rapidamente”. Pur senza abdicare a “sufficienti garanzie per proteggere la parità di condizioni”. Sono previsti incentivi specifici per sostenere gli investimenti “in tutte le tecnologie pertinenti” necessarie alla decarbonizzazione, con particolare attenzione a batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori e sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio, nonché componenti chiave e materie prime necessarie per produrle.

    Le capitali Ue potranno sostenere “la produzione di combustibili rinnovabili di origine non biologica” (come gli e-fuel e l’idrogeno verde), a patto di garantire la loro origine da fonti di energia rinnovabile. Anche i biocarburanti dovranno essere conformi ai criteri di sostenibilità e di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. “Nel rispetto della neutralità tecnologica”, Bruxelles assicura che “effettuerà una valutazione tempestiva degli aiuti di Stato alle catene di approvvigionamento e alle tecnologie nucleari, compresi i piccoli reattori modulari, al fine di garantire la certezza giuridica di tali aiuti”.

    Gli aiuti potranno essere concessi mediante gara d’appalto o in via amministrativa, a condizione che non superino il 45 per cento dei costi dei progetti. Ma la soglia aumenterebbe fino al 55 per cento dei costi per le medie imprese e al 65 per cento per le piccole. Gli Stati membri dovrebbero poi garantire che i progetti ammissibili siano attuati entro un determinato periodo di tempo.

    Contemporaneamente, sarebbe permesso erogare gli aiuti di Stato a una serie di misure che accelerino la decarbonizzazione industriale. Anche qui, attraverso regimi basati su gare d’appalto oppure sostenendo direttamente i progetti, entro determinati limiti. In ogni caso, la Commissione europea propone di fissare una soglia minima di riduzione del consumo di energia del 20 per cento perché un’impresa goda degli aiuti di Stato.

    La proposta odierna “mira a garantire che gli Stati membri possano fornire supporto, ove necessario, per accompagnare le ambizioni del Clean Industrial Deal senza causare indebite distorsioni della concorrenza nel mercato unico“, ha commentato la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Teresa Ribera, responsabile per la transizione e la competitività.

    La consultazione sulla bozza del nuovo quadro di aiuti di Stato è aperta fino al 25 aprile 2025.

    Tags: aiuti di statoclean industrial dealcommissione europeadecarbonizzazionefonti rinnovabili

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