Bruxelles – Multa confermata per Toshiba e Panasonic, ritenute colpevoli di aver partecipato a delle intese commerciali tra il 1996 e il 2006 nella vendita dei tubi catodici per televisori. La Corte di giustizia europea ha respinto il ricorso presentato da Toshiba, ritenendo valida la precedente sentenza del Tribunale Ue, chiamato a pronunciarsi su una prima impugnazione.
Il 5 dicembre 2012 la Commissione europea aveva inflitto ammende per un totale di circa 1,47 miliardi di euro a sette imprese per aver partecipato ad accordi sleali sul mercato. Le intese consistevano in fissazioni dei prezzi, ripartizioni del mercato e dei clienti, nonché in limitazioni della produzione e scambio d’informazioni commercialmente sensibili tra le imprese coinvolte. In particolare, l’Antitrust Ue aveva inflitto alla Toshiba una multa di 28 milioni di euro individualmente e di circa 87 milioni, congiuntamente alla Panasonic, per le responsabilità nell’intesa della controllata comune, la Mtpd. Nel settembre 2015, il Tribunale Ue aveva annullato l’ammenda individuale della Toshiba e ridotto quella inflitta congiuntamente alla Panasonic, in quanto, secondo i giudici, la Commissione non aveva sufficientemente dimostrato il comportamento illecito della Toshiba.
Non soddisfatta, l’azienda si è rivolta alla Corte di giustizia europea chiedendo di annullare la sentenza del Tribunale. Secondo la Corte Ue, però, i giudici del Tribunale hanno agito correttamente, ed ha quindi respinto il ricordo di Toshiba, confermando la multa da 82 milioni di euro.


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