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La Polonia: Entreremo nell'euro perché lì c'è la vera Ue

La Polonia: Entreremo nell'euro perché lì c'è la vera Ue

Il ministro degli Esteri polacco spiega che Varsavia è ancora fuori per via della instabilità della moneta unica. "Ma non penalizzateci per le vostre colpe"

Il ministro degli Esteri Sikorski spiega che Varsavia è ancora fuori per via della instabilità della moneta unica. “Ma non penalizzateci per le vostre colpe”

German Foreign Minister Steinmeier welcomes Polish counterpart SikorskiLa Polonia si sta preparando ad entrare nell’Eurozona, perché lì c’è il “cuore dell’Europa”. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Varsavia Radek Sikorski incontrando un gruppo di giornalisti a Bruxelles, come riporta EuObserver.

“In ogni discorso annuale davanti al Parlamento spiego che dovremmo unirci. Sono il leader di questo processo, perché politicamente vogliamo esserci”, ha spiegato, aggiungendo che “secondo noi nel prossimo decennio la vera Unione europea sarà dentro l’Eurozona, e noi vogliamo esserne parte”.

Tra i cittadini i favorevoli oggi sono solo il 30%, ma Sikorski spiega che ci vorrà tempo, forse sei anni, “perché l’Eurozona non è stata ancora stabilizzata”.

Ma il giovane ministro, è noto, punta in alto in Europa, e dunque fa un tortuoso ragionamento per spiegare che anche se la Polonia non è nell’euro alcuni posti chiave devono essere aperti. “Se non fosse stato per la cattiva gestione dell’Eurozona, per aver rotto il Patto di Stabilità e Crescita, noi saremmo già membri. Dunque – argomenta – sarebbe un po’ sleale punirci a causa dei vostri torti”.

Secondo Sikorski “sarebbe bello se qualcuno della nostra regione (avesse un posto di primo piano, ndr). E noi non abbiamo avuto nessuno di questi, e dunque penso dovrebbe esserci un bilanciamento”.

Da almeno un anno in tutta l’Ue si discute sul fatto che il polacco vorrebbe il postro di Alto rappresentante per la Politica Estera, quello di Catherine Ashton, ma lui ora nega: “Non so un candidato, non sono in corsa”, dice, ma poi evita di rispondere quando gli si chiede cosa farebbe se il posto gli venisse offerto. Però ha già un programma: il nuovo Alto rappresentante dovrebbe essere responsabile “per un gruppo di commissari e dovrebbe rendere la politica estera dell’Ue più olistica e più efficace”.

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