Ashton di nuovo nel Paese da stasera. Estremi tentativi di mediazione a Kiev: il Parlamento al lavoro per abolire le leggi anti-manifestanti.
Prove di pace a Kiev. Nel giorno in cui il Parlamento ucraino è riunito in sessione straordinaria per abrogare le leggi anti-manifestanti che nei giorni scorsi hanno fatto esplodere gli scontri di piazza, il primo ministro fa un passo indiettro. Mykola Azarov ha rassegnato le sue dimissioni al Presidente Viktor Yanukovich nel tentativo di fare calare la pressione. “Ho preso la deicisione personale di chiedere al presidente dell’Ucraina di accettare le mie dimissioni dall’incarico di primo ministro con lo scopo di creare una possibilità aggiuntiva per un compromesso politico di risolvere pacificamente il conflitto” ha spiegato Azarov con un comunicato.
Si tratta di “un primo passo verso la vittoria” ha esultato l’ex campione di boxe e leader di una del partito Udar, una delle tre formazioni dell’opposizione, Vitali Klitschko. “Per diversi mesi – ha detto – avevamo denunciato che quanto stava accadendo nelle strade era anche il risultato delle politiche dell’attuale governo. Questa non è la vittoria ma un passo verso la vittoria”.
Intanto si è aperta la sessione straordinaria dei lavori parlamentari, cruciale per cercare di mitigare la tensione politica nel Paese. All’ordine del giorno ci dovrebbe essere un’azione normativa che cancelli le leggi di sicurezza tese a comprimere il diritto di pubblica manifestazione. Nelle strade regna per ora la pace in attesa degli esiti dei tentativi di mediazione.
L’Unione europea apprezza il tentativo in corso per normalizzare la situazione e già questa sera anche l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton (che inizialmente doveva partire giovedì), sarà di nuovo a Kiev per “rafforzare l’appoggio per un dialogo politico” che risolva la crisi del Paese. Lo ha detto la portavoce della Commissione Pia Ahrenkilde Hansen, ricordando che le istituzioni Ue, con la telefonata della scorsa settimana del Presidente Barroso a Yanukovic, ma anche con il commissario Fule ancora a Kiev e con la stessa Ashton, hanno insistito “a più riprese per l’apertura di un dialogo che coinvolga le autorità al potere, l’opposizione, la società civile e tutte le opinioni rappresentate nelle manifestazioni”. L’auspicio è che oggi stesso “siano adottate misure che raffreddino le tensioni in Ucraina”, magari anche con “una legge di amnistia”.
Estremi tentativi di mediazione a Kiev: il capo dell'esecutivo fa un passo indietro e rassegna le dimissioni nelle mani del Presidente Yanukovich, il Parlamento al lavoro per abolire le leggi anti-manifestanti