Londra – La paura per Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, aumenta, in chi la tema. I sondaggi vedono le due parti sempre più vicine, così, diversi parlamentari europeisti e altri del governo, stanno pensando ad una strategia per limitare gli effetti di un voto per l’uscita.
La strategia si ispirerebbe a quella dei parlamentari Tory (conservatori), messa in atto nel 1990 per ostruire la ratifica del trattato di Maastricht alla Camera dei Comuni.
Spaventati dalle possibili ripercussioni economiche di un’uscita dall’Ue, la cosiddetta “guerrilla” permetterebbe di allungare il processo e di escludere da questo l’accesso al mercato unico europeo che permette la libera circolazione di merci e persone, oltre ad inserire la richiesta di un secondo referendum.
La possibilità di rimanere all’interno del mercato unico ha trovato d’accordo anche Saw Bowman, direttore esecutivo del think thank Adam Smith, sostenitore dell’uscita, in quanto “questo è un voto sulla permanenza all’interno dell’Ue e non del mercato unico”. Un’altro signore che vorrebbe un’Europa a la carte, dove prendi solo quel che ti piace di più.
Nonostante al momento meno di 200 parlamentari siano a favore dell’uscita, David Cameron ha dichiarato che in caso di vittoria del fronte del Si (Leave) notificherebbe la decisione immediatamente all’Ue secondo l’articolo 50 del trattato di Lisbona, il che darebbe il via a due anni di negoziati (estensibili) due con voto unanime da parte degli stati membri.
Se questo dovesse avvenire sarà importante vedere come il Regno Unito eliminerà dal proprio ordinamento le leggi Ue senza bloccare per anni i lavori dell’organo con potere legislativo, in quanto i voti per cambiare le leggi sarebbero migliaia.
Proprio sull’ingerenza delle leggi europee nell’ordinamento britannico si è incentrato l’attacco di Boris Johnson dalle colonne del Daily Telegraph, da dove l’ex sindaco conservatore di Londra e strenuo sostenitore della Brexit ha immaginato un futuro al di fuori dell’Ue. “[Con il voto per l’uscita] si deciderà di mettere fine alla follia per cui il 60% delle leggi in Uk, in un modo o nell’altro sono decise a Bruxelles” ha dichiarato Johnson.
L’ex primo cittadino si è anche spinto a difendere i paesi mediterranei “sfruttati dalla gabbia dell’euro” e “costretti a migrare per un futuro migliore”, perché un voto per rimanere nell’Ue, sostiene, sarebbe simile all’acconsentire ad un esercito europeo e ad una maggiore integrazione, politica ed economica, che continuerebbe a sfruttare alcuni popoli costringendoli ad emigrare.
Sull’altro fronte è arrivato un netto schieramento da parte dei maggiori sindacati dei lavoratori, che in una lettera inviata a 6 milioni di iscritti li hanno messo in guardia che un voto per l’uscita permetterebbe al governo conservatore di mettere in atto una guerra sui contratti e sui diritti, non dovendo rispettare le direttive europee che tutelano i lavoratori.