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    Home » Cronaca » Europol, nuove forme di cybercrime: streaming di abusi sui minori

    Europol, nuove forme di cybercrime: streaming di abusi sui minori

    Il direttore dell’Europol Rob Wainwright: “L’Europol è preoccupato di come una comunità di cybercriminal in espansione è stata capace di sfruttare la nostra crescente dipendenza alla tecnologia e a internet”

    Lisa D'Ignazio</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@DIgnazioLisa" target="_blank">@DIgnazioLisa</a> di Lisa D'Ignazio @DIgnazioLisa
    28 Settembre 2016
    in Cronaca
    abusi minori Europol

    Bruxelles – Riusciamo ad assistere a sempre più momenti della realtà nel preciso istante in cui gli eventi accadono. Lo streaming è diventata una normalità. Il virtuale è entrato nel reale e ci permette di assistere a tutto ciò che vogliamo, anche al crimine nel momento in cui avviene. È questa la nuova frontiera che l’ultima forma di cybercrime sta superando con la diretta streaming degli abusi sessuali sui minori. Un nuovo limite che oltre alla realtà, supera ogni immaginazione, e che è cresciuto negli ultimi anni grazie “all’uso di piattaforme crittografate su cui condividere video e alla diffusione di sistemi di pagamento anonimo”. Lo ricorda l’ultimo rapporto del centro operativo Iocta (Internet Organised Crime Threat Assessment) dell’Europol, l’agenzia europea per la lotta al crimine. La task force dell’organismo europeo specializzato nella lotta al crimine su internet pone tra gli ultimi trends del cybercrime questa nuova forma di perversione.

    Per chi abusa sessualmente sui bambini, internet è la piattaforma in cui poter comunicare, conservare e condividere materiale pedopornografico, ma anche il luogo in cui adescare nuove vittime. Un fenomeno che, secondo l’Europol, continua ad essere “uno degli aspetti più pericolosi di internet e anche più ripugnanti”.

    “La coercizione e l’estorsione on line dei più piccoli, si legge nel rapporto, “passa attraverso la mercificazione del corpo o dell’immagine sessuale del minore, quindi attraverso foto esplicite o immagini su attività sessuali con il minore. Minacce e intimidazioni, ma anche strategie di impersonificazione, hackeraggio o furto di immagini dei più piccoli”. Due sono i tipi di coercizione del minore: “una è legata a motivazioni sessuali, l’altra a quelle economiche”.

    La prima cosa che fanno gli autori di questo reato è ottenere la fiducia dei più piccoli, poi una volta che il bambino si fida di loro e li considera degli amici, iniziano le richieste, di ogni tipo. I rapporti malati di pedopornografia negli anni hanno superato molti limiti, anche quello della realtà, nei bytes dei computer, un luogo in cui anche la responsabilità oltre alla personalità sempre perdere di peso. Così il crimine è più facile da commettere, anche se riguarda dei bambini e la loro dignità e integrità.

    La prima fase è quello che viene chiamato “grooming”, l’adescamento on line, un lento processo attraverso un adulto cerca di sviluppare una relazione intima con il bambino, entrando nel suo mondo.

    Gli studiosi dell’Europol nel report spiegano che “dopo aver instaurato un rapporto con il bambino, inizia una relazione di sfruttamento delle debolezze dei più piccoli volta ad ottenere foto o video di natura sessuale, che poi è seguito da una terza fase, che è l’estorsione di sempre più soldi o del coinvolgimento di una terza persona, come un fratello, una sorella o un amico per avere rapporti sessuali offline”.

    Il ricatto non ha mai fine, perché al bambino l’adulto continuerà “a chiedere soldi per evitare una diffusione maggiore del materiale pedopornografico presso la famiglia, gi amici e la scuola”. Una tecnica utilizzata da circa il 45% degli adulti malati di pedopornografia.

    La diffusione di queste immagini come anche dei video in streaming a sfondo pedopornografico è facilitata non solo da internet ma soprattutto dalla nuova dimensione del Darknet. Nell’universo illegale di internet si sta diffondendo anche il cosiddetto “Crime-as-a-Service”, utilizzato dai “gruppi di estremisti che, tuttavia, anche se usano il Darkweb, dice Europol, “per organizzare attacchi ancora in modo limitato”, sicuramente ne approfittano per trovare contatti e nuove reclute.

    “Un aumento degli autori di crimini on line e delle opportunità di trovare attività illegali altamente redditizie”, si legge, “ha in parte incentivato lo sviluppo di nuove forme di cybercrime in settori come le frodi informatiche o furto di dati sensibili dai cellulari”.  A queste si aggiungono le frodi finanziarie, che colpiscono le nuove forme on line di pagamento o i più tradizionali pagamenti con il bancomat.

    L’Europol ricorda l’importanza di aver adottato le “Luxembourg Guidelines”, linee guida per la protezioni dei minori dagli abusi sessuali, un importante documento per il contrasto di questo tipo di crimine e creare una collaborazione tra persone coinvolte, agenzie di protezione dell’infanzia e autorità giudiziarie.

    “L’inarrestabile crescita del cybercrime resta una minaccia serie e preoccupante per la nostra sicurezza collettiva in Europa”, ha dichiarato il direttore dell’Europol Rob Wainwright, “L’Europol è preoccupato di come una comunità di cybercriminal in espansione è stata capace di sfruttare la nostra crescente dipendenza alla tecnologia e a internet”.

     

    Tags: abusiadultibambinicriminecybercrimedarkwebeuropaeuropolinternetminori

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