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Brexit, la Camera dei Comuni dà a May il potere di avviare la separazione
Theresa May ai Comuni

Brexit, la Camera dei Comuni dà a May il potere di avviare la separazione

Con 498 voti a favore e 144 contrari. Labour spaccati. Ora mancano i Lord, ma non ci si attendono sorprese

Bruxelles – Il processo per la Brexit è formalmente partito, non ci sono praticamente più ostacoli per il governo separatista di Theresa May, che ieri sera ha avuto il via libera della Camera dei Comuni per attivare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona attraverso il quale la Gran Bretagna lascerà l’Unione europea.

Con 498 voti a favore, 144 contrari (in particolare  i deputati scozzesi e 47 laburisti su 229) Westminter ha approvato la stringata proposta di legge che conferisce al primo ministro il potere di avviare la procedura indicata dal referendum del giugno scorso, come aveva chiesto di fare anche Jeremy Corbin, il contestato leader labour, per rispetto del voto popolare.

Il ministro degli Esteri Boris Johnson, che ha guidato la campagna per il Leave ha descritto il voto come “una pietra miliare” (“an absolutely momentous thing”).

Il voto è stato imposto da una sentenza della Corte Suprema che ha negato che il governo avesse, senza un voto parlamentare, il potere di attivare il processo.

Ora c’è attesa per la pubblicazione da parte del governo del Libro Bianco, probabilmente oggi, nel quale indicherà le sue strategie negoziali. Non ci saranno molti dettagli, ma in sostanza si indicheranno alcuni obiettivi, il principale dei quali è avere il maggior accesso possibile al Mercato Unico, pagando il meno possibile. Sul fronte dell’immigrazione la posizione di chiusura sembra invece non negoziabile. Il governo dovrebbe anche indicare come pensa di evitare i possibili danni provocati dalla Brexit e fronteggiare le preoccupazioni delle imprese britanniche o estera con base in Gran Bretagna, che rischiano di perdere tutti i vantaggi dell’essere al’interno del Mercato Unico. Secondo l’ex ministro delle Finanze George Osborne, favorevole al Remain, però “il governo ha scelto di non rendere l’economia una priorità”.

La prossima settimana è atteso il voto sugli emendamenti e poi sarà necessaria anche l’approvazione della Camera dei Lord (dove i conservatori sono in minoranza). La larga maggioranza raggiunta ieri però non fa temere al governo che ci possano essere significativi sconvolgimenti. L’ultima parola, in caso di modifiche dei Lord, spetta comunque ai Comuni.

Per il 9 marzo, secondo alcune indiscrezioni, è poi attesa la comunicazione al segretario generale del Consiglio europeo dell’attivazione dell’articolo 50.

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