Bruxelles – Fiducia e credibilità. La rinascita dell’Unione europea passa per questa strada, che i Paesi membri sembrano aver smarrito. Non è un Mario Draghi versione ‘falco’ quello che parla in occasione dei dieci anni dall’adozione della moneta unica in Slovenia. Il presidente della Banca centrale europea al contrario veste i panni di chi vuole difendere il progetto comunitario, individuandone le carenze e i punti su cui dover lavorare. Manca convinzione, ma manca soprattutto fiducia reciproca. “Ciò che oggi ci impedisce di fare progressi è in parte dovuto all’eredità di quei fallimenti passati che hanno creato una carenza di fiducia tra Stati membri sulla necessità di entrare in una nuova fase di integrazione”. C’è, in particolare, una crisi sulla fiducia che “tutti gli Stati membri rispetteranno le regole che si sono dati per loro stessi per ridurre la vulnerabilità comune”.
Draghi non cita alcun Paese, ma il tono del dibattito in Europa e sull’Europa sui conti pubblici rispecchia le preoccupazioni del presidente delle Bce. L’Italia accusata di non rispettare le regole e chiedere troppa flessibilità, l’Italia che sostiene di stare ai patti e accusa la Germania di non ridurre il surplus commerciale, la Commissione Ue alle prese con Ungheria e Polonia per il rispetto dello stato di diritto, sono tutti esempi di questo stato confusionale dell’Ue. L’Europa ha perso la bussola, e Draghi indica la dirizione da seguire. “Rispetto delle regole e convergenza sono le chiavi per dare nuovo impeto al processo di integrazione”, un processo che del resto non è mai stato in discussione. Fin dall’inizio “quella di una maggiore integrazione è stata una questione sul ‘quando’, e non sul ‘se’”. Ci sono carenze, e Draghi non lo nega. Ma occorre essere ottimisti, essere “aver fiducia nei progressi compiuti” in questi decenni, e “dove le cose vanno migliorate, c’è bisogno di renderle migliori”. Il progetto europeo, quindi non si rottama. “Se vediamo problemi la nostra sfida è apportare miglioramenti, e non tornare indietro”. Purché tutti si fidino gli uni degli altri, e condividano valori e regole.