Bruxelles – Si è dimesso questa mattina il ministro delle Imprese e dell’imprenditorialità della Romania, Florin Jianu, in disaccordo con il decreto d’urgenza approvato martedì notte che elimina le condanne per alcuni casi di corruzione e abuso d’ufficio. L’adozione della misura ha portato migliaia di persone a scendere nelle piazze per protestare contro un provvedimento ritenuto un’amnistia per politici e funzionari di governo corrotti.
“Tra qualche anno, quando lo guarderò negli occhi”, ha commentato nella sua pagina Facebook il ministro dimissionario riferendosi al proprio figlio, “non avrò bisogno di dirgli che suo padre era un vigliacco”, aggiungendo che “la Romania non merita ciò che sta accadendo in questi giorni”.
Il decreto, frutto dell’accordo della maggioranza di governo tra Liberali e Socialisti, nelle intenzioni è stato presentato come misura contro il sovraffollamento delle carceri. I critici sostengono che il principale effetto del provvedimento, che elimina il reato per abuso d’ufficio per danni inferiori a 44 mila euro, sarebbe quello di aiutare il leader del partito socialdemocratico, Liviu Gragnea, indagato per questo stesso reato e già condannato per frode elettorale, nonché protagonista di una crisi istituzionale a dicembre 2016.
Intanto le manifestazioni continuano e non si placano le polemiche. Quattro poliziotti e due manifestanti sono stati feriti nel tentativo della polizia di disperdere la folla dopo l’ingresso degli ultras del calcio che hanno causato agitazioni e tumulti durante le manifestazioni.
Dopo l’avvertimento e la “preoccupazione” della Commissione per gli avvenimenti in Romania, anche il Parlamento europeo ha richiesto un dibattito dell’ultimo minuto sulla Romania per questa mattina.