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Sette territori italiani nel mirino dell'Ue per mancato aggiornamento dei piani rifiuti

Sette territori italiani nel mirino dell'Ue per mancato aggiornamento dei piani rifiuti

La Commissione europea ha inviato a Roma un parere motivato chiedendo di agire entro due mesi ed evitare così di essere deferita davanti alla Corte di giustizia Ue

[articolo aggiornato il 16 febbraio 2017 alle 21:50]

Bruxelles – Sono sette i territori italiani finiti nel mirino della Commissione europea per non aver aggiornato i loro piano per la gestione dei rifiuti, risalenti al 2008 o anche a qualche anno prima. Secondo la direttiva 2008/98/EC, tali piani vanno rivisti almeno ogni sei anni, cosa che finora non è stata fatta da Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Sardegna, Sicilia e dalla Provincia autonoma di Bolzano. L’esecutivo comunitario ha quindi deciso di inviare un parere motivato all’Italia, che adesso ha due mesi per agire ed evitare di essere deferita davanti alla Corte di giustizia Ue. In un primo momento erano state inserite nella lista delle regioni non in regola anche Emilia Romagna e Liguria, ma l’esecutivo ha successivamente corretto l’errore, che sarebbe avvenuto “per un disguido interno”.
I piani per la gestione dei rifiuti sono concepiti e aggiornati periodicamente per ridurre l’impatto dell’inquinamento sulla salute umana e l’ambiente, e per migliorare l’efficienza delle risorse in tutta l’Ue.