Bruxelles – Garantire sufficienti abitazioni, sistemazioni in hotel e posti nelle scuole internazionali: sono queste le condizioni che dovranno essere soddisfatte dalle città che vogliono ospitare le nuove sedi dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) e dell’Agenzia bancaria europea (Eba), entrambe in procinto di lasciare il Regno Unito dopo la Brexit. E’ quanto emerge da un documento della Commissione europea, visionato dal Financial Times, che porta la firma del presidente Juncker e di quello del Consiglio europeo Donald Tusk. Criteri che interessano in particolare Milano, unica città italiana candidata per ospitare l’Ema.
Un Paese membro non potrà ospitare entrambe le nuove sedi, annuncia il documento spiegando la procedura di selezione del vincitore, che si saprà al più tardi a Ottobre: ci saranno ripetuti round di votazione nel Consiglio europeo per arrivare ad una finale tra due Stati membri. Il vincitore avrà bisogno della maggioranza dei voti dei colleghi. L’interesse dell’Ue è quello di limitare al minimo la discontinuità dei servizi. Per questo le città vincitrici dovranno assicurare la “continuità delle attività” quando la Brexit diventerà concreta: un modo per dire che Bruxelles non ammetterà ritardi nel passaggio di consegne tra Londra e le nuove sedi.
Il testo della Commissione, riporta il FT, elenca nello specifico anche i criteri abitativi richiesti per ospitare lo staff delle agenzie, così come la grande quantità di persone che si recheranno nella città ospite per conferenze ed eventi professionali. Le città che si candidano per ospitare l’Ema dovranno garantire la disponibilità di 30.000 notti in hotel all’anno, mentre per l’Eba i numeri si abbassano a 9.000. Lo staff dell’Ema avrà bisogno di posti nelle scuole internazionali per 648 bambini. Infine, chi vincerà la gara per l’Agenzia europea del farmaco dovrà essere in grado di trovare una sistema al suo archivio esterno di 34.000 scatole. Milano prenda appunti.