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Il fronte del No al Ceta scende in piazza a Montecitorio

Il fronte del No al Ceta scende in piazza a Montecitorio

Gli agricoltori manifestano mercoledì a Montecitorio con le altre organizzazioni. A loro avviso l'accordo Ue-Canada non tutela i prodotti italiani

Bruxelles — Il no al trattato di libero scambio tra Ue e Canada (Ceta) si fa sempre più duro, e le associazioni che chiedono di bloccare la ratifica attualmente in esame al Senato sono pronte a scendere in piazza. Tra esse la Coldiretti, che insieme con altre organizzazioni (Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch), porterà gli agricoltori in Piazza di Montecitorio, mercoledì 5 luglio alle 9,30, per spiegare quali sono i rischi avvertiti dalle aziende dell’agroalimentare.

Il presidente dell’organizzazione, Roberto Moncalvo, chiama alla mobilitazione nazionale contro un accordo che considera “tossico”, perché sarebbe il primo nella storia dell’Unione Europea ad accordare a livello internazionale il lasciapassare alle imitazioni dei prodotti gastronomici nazionali più conosciuti, evidentemente poco tutelati, secondo i produttori italiani, dal trattato negoziato tra Bruxelles e Ottawa.

Analogamente, esprime sdegno di Monica Di Sisto, vicepresidente dell’Associazione Fairwatch, che cita una ricerca americana della Tufs University sulla possibile riduzione di 200 mila posti di lavoro nella sola Ue entro il 2023 e un ribasso del PIL italiano del -0,78%.

Temi delicati quelli che verranno contestati il 5 luglio dagli attivisti a Roma, i quali chiedono al Parlamento italiano di bloccare la ratifica del Ceta per riaprire una discussione sulle regole di un libero scambio tra Canada e Ue. Nell’occasione, Coldiretti diffonderà un dossier sull’impatto del trattato sull’agroalimentare italiano, ed esporrà per la prima volta “il ‘pacco’ con le imitazioni delle specialità nazionali più prestigiose, dai formaggi ai salumi, realizzate in Canada che sarà legittimato a produrre e vendere ai consumatori di tutto il mondo con la ratifica del trattato”.

Per chi non potrà partecipare alla manifestazione, Coldiretti lancia una mobilitazione digitale (dalle ore 11.00 di mercoledì 5 luglio), caricando sulla propria pagina ufficiale un elenco dei contatti Twitter dei capigruppo al Senato e alla Camera, seguito da alcuni suggerimenti da allegare ai propri tweet per innescare un vero e proprio caos mediatico. “Con il Ceta,” precisa Antonio De Concilio, direttore regionale di Coldiretti Toscana, ” si uccide il grano duro italiano con il crollo dei prezzi favorito dall’azzeramento strutturale dei dazi per l’importazione dal Canada, dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosato nella fase di pre-raccolta, vietato in Italia perché accusato di essere cancerogeno. Sono questi i motivi che ci hanno imposto di avviare una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei decisori, a cominciare da tutti i parlamentari, che sono chiamati ad esaminare ed a decidere sulla definitiva approvazione del trattato”.

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