Bruxelles – Adesso è scontro aperto tra Italia e Commissione europea. L’esecutivo comunitario respinge in modo netto e incondizionato misure e politiche del governo in materia economica. L’opinione alla bozza di legge di bilancio è una sconfessione completa dell’esecutivo 5Stelle-Lega. La bocciatura è completa, su tutta la linea. La manovra, nella sua versione corretta come presentata a Bruxelles il 13 novembre, non ritenuta credibile, efficace, in linea con regole e impegni. L’Europa ne fa praticamente carta straccia, e avvia l’iter che può portare all’avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo legata al debito.
Bocciatura dei conti e attivazione della procedura per debito
Quando l’Italia ha presentato la proposta di legge di bilancio per la prima volta, Bruxelles l’ha rispedita immediatamente al mittente. Si contestavano scostamenti inaccettabili dagli impegni di risanamento dei conti pubblici (deterioramento strutturale del deficit dello 0,8% invece di un miglioramento dello 0,6%, per uno scostamento complessivo dell’1,4% dagli impegni). L’Italia non ha corretto il tiro, e la Commissione non ha corretto avviso. Anzi, lo ha peggiorato.
“Oggi confermiamo la nostra valutazione secondo cui la legge di bilancio italiana è in grave violazione delle raccomandazioni specifiche per Paese”, sottolinea il commissario per l’Euro, Valdis Dombrovskis. Per quanto riguarda il progetto rivisto di legge di bilancio, “la nostra analisi mostra che il deficit strutturale dell’Italia vedrebbe un aumento di circa l’1% del Pil l’anno prossimo”. Per il commissario “questi numeri parlano da soli”. Anche perché nell’opinione si legge che “uno sforzo strutturale fiscale di almeno lo 0,3% del Pil sarebbe adeguato nel 2018, senza alcun margine aggiuntivo di deviazione nell’arco di un anno”. L’Italia, insomma, agisce contrariamente a quanto richiesto.
Cosa vuol dire tutto questo? Che i conti italiani si fanno agli occhi dei partner sempre più disordinati, sempre più motivo di “preoccupazione comune”. Misure troppo espansive che accrescono un debito ancora troppo alto (131%) e non previsto in diminuzione per i prossimi due anni. “L’analisi di oggi suggerisce che il criterio del debito dovrebbe essere considerato come non rispettato”, scandisce Dombrovskis. “Concludiamo che l’apertura di una procedura per i disavanzi eccessivi basata sul debito sia quindi giustificata”.
Decidono gli Stati membri
Quella di oggi non è l’apertura della procedura contro l’Italia. Adesso la proposta della Commissione passerà in Consiglio, dove dovranno discuterne e deciderne i ministri economici degli Stati membri entro massimo due settimane. Eurogruppo ed Ecofin si riuniranno a Bruxelles a inizio dicembre (rispettivamente 3 e 4), e quella sarà la sede per i rappresentanti dei governi per esprimere le loro visioni. Il commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici, si dice “fiducioso” che i ministri confermino la linea espressa dal collegio dei commissari, che apre la strada ad una futura eventuale procedura.
Bocciatura delle riforme
La Commissione europea è convinta che “complessivamente, la bozza di piano di bilancio rivisto per il 2019 non prevede misure efficaci per affrontare il rallentamento della crescita potenziale dell’Italia e, in particolare, la sua stagnazione a lungo termine della produttività”. E non finisce qui. Le misure incluse nel progetto di bilancio rivisto del 2019 “indicano un rischio di arretramento delle riforme” che l’Italia aveva adottato in linea con le raccomandazioni specifiche per paese.
Scendendo più nello specifico, l’Ue boccia la pace fiscale. “L‘introduzione di un condono fiscale potrebbe scoraggiare l’adempimento fiscale, compensando così in ampia misura il potenziale effetto positivo della fatturazione elettronica rafforzata”. E poi, i prelievi forzosi sugli istituti di credito rischiano di strozzare ancora di più l’economia nazionale. “Le nuove misure introdotte che aumentano la tassazione sulle banche, insieme all’impatto dei maggiori rendimenti sovrani, potrebbero ostacolare l’offerta di credito” a famiglie e soprattutto imprese.
Ancora, “mentre il progetto di piano di bilancio rivisto del 2019 comprende disposizioni che riducono il carico fiscale sulle imprese che assumono o reinvestono i loro guadagni in beni strumentali, l’impatto di tali disposizioni è ampiamente compensato nel 2019 dall’abrogazione di regimi fiscali favorevoli esistenti sulle imprese e sugli utili reinvestiti”.