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Niente voti, solo discussioni: il Parlamento UE riduce i lavori della plenaria di Bruxelles
L'Aula del Parlamento europeo

Niente voti, solo discussioni: il Parlamento UE riduce i lavori della plenaria di Bruxelles

L'attività dell'Aula concentrata nella giornata di domani. Emergenza Coronavirus, negoziati sul bilancio pluriennale e crisi migratoria tra Grecia e Turchia i temi nell'agenda dell'Eurocamera

Bruxelles – Il Parlamento europeo ha deciso di ridurre a due giorni (oggi e domani) la sessione plenaria di marzo, che si svolge irritualmente a Bruxelles anziché a Strasburgo. Di fatto i lavori dell’Aula si concentreranno solo nella giornata di domani e non ci saranno votazioni ma solo discussioni con la Commissione e il Consiglio europeo.

La decisione è stata presa dalla Conferenza dei presidenti poco prima dell’inizio della seduta e rientra tra le misure messe in campo dall’Eurocamera per far fronte alla diffusione del Coronavirus. “La decisione di svolgere la sessione qui a Bruxelles – commenta il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli – è stata presa con lo spirito e l’intenzione di dare continuità ai lavori del Parlamento e di non interrompere l’attività legislativa”.

Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, apre la sessione plenaria del 9 marzo 2020

Pur con l’intento di preservare l’azione legislativa e di bilancio dell’Eurocamera e consentire lo svolgersi della vita democratica dell’istituzione europea, non ci saranno votazioni, ma solo discussioni con le altre due istituzioni su tre “temi prioritari” individuati oggi dalla Conferenza. 

Dopo l’apertura dei lavori da parte di Sassoli, la seduta riprenderà direttamente domani mattina con le dichiarazioni di Commissione e Consiglio UE sul propagarsi dell’emergenza Covid-19 in Europa e nel mondo. A seguire, nel pomeriggio, il dibattito con le due istituzioni UE si sposterà sui negoziati sul prossimo quadro finanziario pluriennale (2021-2027) e infine sulla pressione migratoria al confine tra Grecia e Turchia.

Il pensiero di Sassoli è rivolto anche “a tutti i colleghi che si trovano nelle zone rosse e che non possono muoversi”. A chi non si trova nelle loro condizioni il presidente rivolge invece l’invito a considerare la possibilità di rimanere a Bruxelles “per ridurre al minimo gli spostamenti perché sappiamo che gli spostamenti come abbiamo potuto accertare dalle verifiche fatte sono motivo di ansia e preoccupazione”.

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