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    Home » Politica » Alba Dorata, tensioni crescenti in Parlamento Ue per revocare l’immunità al greco Ioannis Lagos

    Alba Dorata, tensioni crescenti in Parlamento Ue per revocare l’immunità al greco Ioannis Lagos

    Uno dei membri del partito greco di estrema destra condannato quasi due mesi fa per aver preso parte "all'organizzazione criminale e violato le regole". Critiche da alcuni deputati perché il Parlamento non si è affrettato a elaborare la revoca della sua immunità

    Fabiana Luca</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@fabiana_luca" target="_blank">@fabiana_luca</a> di Fabiana Luca @fabiana_luca
    30 Novembre 2020
    in Politica
    Ioannis Lagos

    Ioannis Lagos

    Bruxelles – Tensioni crescenti all’Europarlamento nella procedura di revoca dell’immunità del parlamentare greco Ioannis Lagos, che secondo alcuni dovrebbe essere accelerata. Lo scorso 7 ottobre arrivava dal Tribunale penale di Atene la condanna nei confronti di alcuni leader del partito greco di estrema destra Alba Dorata per aver agito “come un’organizzazione criminale”. Nella lista dei condannati, circa una trentina, con pene che variano dai cinque ai quindici anni di carcere, ci sono il leader Nikos Michaloliakos, diversi ex deputati e anche l’europarlamentare Lagos, ex esponente del partito di estrema destra per cui è stata chiesta una pena detentiva e pecuniaria per “aver diretto e fatto parte di un’organizzazione criminale e per aver violato le leggi greche sulla detenzione di armi da fuoco e di razzi di segnalazione e fuochi d’artificio”.

    Il governo di Atene ha recentemente chiesto la revoca dell’immunità parlamentare da cui è protetto l’eurodeputato per poter attuare la sentenza e fargli scontare la pena. Seguendo il regolamento dell’Europarlamento, il presidente David Sassoli ha annunciato in Aula lo scorso 11 novembre durante la prima plenaria del mese la richiesta di revoca di Atene e deferito la questione alla commissione giuridica (JURI), che deve formalmente aprire il fascicolo, istituire il caso e quindi nominare un relatore, adottare un rapporto prima che vada in plenaria per l’adozione finale. Il processo ha avuto un impatto enorme sulla Grecia e non solo, e a poco meno di due mesi dalla sentenza pronunciata ad Atene è cresciuta l’indignazione di alcuni eurodeputati connazionali di Lagos perché il Parlamento europeo non si è affrettato a elaborare la revoca della sua immunità. Dopo l’annuncio di Sassoli dello scorso 11 novembre, la richiesta nei confronti di Lagos è ancora in attesa di attivazione da parte della commissione giuridica, e non è detto che lo sia entro il mese di dicembre. Tensione che cresce e che si è fatta sentire nel corso dell’ultima seduta plenaria del Parlamento (23-36 novembre) quando Lagos è intervenuto al dibattito sul ruolo della Turchia.

    “Provocatoria presenza di Lagos” è come ha definito l’intervento uno dei vicepresidenti dell’Eurocamera, Dimitris Papadimoulis, che in una lettera molto dura indirizzata a Sassoli (la terza in tutto sulla vicenda) ha espresso il suo rammarico per il “ritardo nel completamento di tutte le procedure necessarie per la rimozione dell’immunità del criminale Ioannis Lagos”. Un ritardo che secondo il deputato greco della GUE (Sinistra Unitaria) “fa vergognare il Parlamento e ne offusca irreparabilmente la reputazione e l’immagine di simbolo di democrazia e di valori democratici”. Infine, il vicepresidente ha aggiunto che “è assolutamente urgente prendere le misure e le procedure appropriate, per dare piena priorità al caso dell’europarlamentare neo-nazista Ioannis Lagos nella commissione giuridica per completare la revoca della sua immunità nella seduta plenaria di dicembre”. Cosa che sembra improbabile a questo punto, a meno di una accelerazione da parte della commissione JURI.

    «Η καθυστέρηση της άρσης ασυλίας του εγκληματία νεοναζί Γ. Λαγού ντροπιάζει το Ευρωκοινοβούλιο -Να ολοκληρωθεί στην Ολομέλεια του Δεκεμβρίου» | Επιστολή μου προς τον Πρόεδρο του ΕΚ Ντ.Σασόλι μετά την προκλητική παρουσία του Γ. Λαγού στη χθεσινή Ολομέλεια. https://t.co/DQOVNrBoYu

    — Dim. Papadimoulis (@papadimoulis) November 25, 2020

    Anche il greco Nikos Androulakis (S&D) ha sottolineato che si è trattato di “un giorno di vergogna per il Parlamento europeo, perché avete dato la parola a qualcuno che la magistratura greca ha condannato per aver partecipato a un’organizzazione criminale che ha commesso omicidi. Vergogna”. Ma in quanto deputato legalmente eletto alle elezioni europee del 2019, nessuno avrebbe potuto togliergli la parola durante un dibattito in plenaria.

    Per una decisione sulla revoca dell’immunità potrebbe però volerci ancora molto. Come sottolineato in precedenza, la commissione giuridica presieduta dal liberale Adrián Vázquez dovrà nominare un relatore per la procedura di Lagos, istituire il caso e poi votare in commissione, prima che il dossier finisca al voto della plenaria. Il prossimo 3 dicembre è prevista una nuova riunione della commissione JURI ma a quanto ci risulta il caso di Lagos non è neanche in agenda.

    “Nessun ritardo non necessario”, ci spiegano fonti parlamentari. La pandemia da Covid-19 sta giocando in questo un ruolo determinante nell’accumulo del “ritardo”, perché per mesi non ha consentito che le riunioni avvenissero in presenza. La commissione giuridica ha di recente ripreso a lavorare a pieno regime, ma lo scorso 16 novembre sono stati riaperti per primi i casi di revoca dell’immunità nei confronti degli eurodeputati catalani Carles Puigdemont, Toni Comín e Clara Ponsatí, che alla fine dovrebbero essere ascoltati in commissione non prima di metà gennaio 2021. 

    Tags: Alba DorataDimitris Papadimoulisimmunità parlamentareioannis lagosNikos Androulakisparlamento europeorevoca immunità

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