Bruxelles – Il gruppo del PPE al parlamento europeo ha approvato le regole “anti Fidesz” che prevendono la possibilità di espellere una delegazione nazionale intera dal consesso se il partito in questione non rispetta i valori dello stato di diritto. A tambur battente il premier ungherese e leader del partito Fidesz Victor Orban ha annunciato formalmente l’abbandono del gruppo con una lettera al capogruppo Manfred Weber.
La modifica del regolamento interno del Gruppo parlamentare dei popolari europei è passata con 148 voti a favore su 180 voti espressi. Sono stati 28 i contrari e 4 gli astenuti. Con l’84 per cento dei voti favorevoli è stata superata la maggioranza dei due terzi (75 per cento) richiesta per l’adozione delle nuove regole interne.
“È deludente notare che con centinaia di migliaia di europei ricoverati e con i nostri dottori che stanno salvando vite il PPE sia paralizzato dalle sue questioni amministrative interne e stia cercando di imbavagliare e di inibire i nostri europarlamentari eletti democraticamente”, ha scritto Orbán nella lettera in cui ha annunciato il ritiro della sua delegazione dal gruppo parlamentare.
Il Capo del governo magiaro ha detto che la decisione è “antidemocratica, ingiusta e inaccettabile” perché “priva gli elettori ungheresi dei loro diritti democratici”
Il succo delle nuove norme è concentrato nell’articolo 7 del regolamento che prevede la “sospensione dell’appartenenza” al gruppo. La modifica adottata stamane (3 marzo) introduce la possibilità di espellere un’intera delegazione nazionale dal Gruppo, decisione che potrà essere presa da una maggioranza di due terzi degli europarlamentari del PPE. La proposta di espulsione dal gruppo potrà essere presentata da un numero di parlamentari pari al 15 per cento dei componenti del Gruppo che rappresenta almeno 4 delegazioni nazionali e dovrà essere debitamente motivata, si legge nella bozza del regolamento approvato.
Le nuove regole sono state adottate dopo i recenti passi falsi dei rappresentanti al Parlamento europeo di Fidesz, che contava, fino a stamane, 11 europarlamentari tra i popolari europei. Il partito di Orban era già stato sospeso dall’appartenenza al Partito Popolare Europeo due anni fa, ma non era stato escluso dal gruppo parlamentare.
La questione va avanti appunto da anni, e riguarda la difesa dello stato di diritto in Ungheria, secondo molti esponenti del PPE messa pesantemente in discussione da Orban. Lo scontro diventò di fuoco quando si discussero le regole per l’erogazione dei fondi europei, che la maggioranza dei Paesi UE voleva fossero legate al rispetto dello stato di diritto. Ungheria e Polonia si opposero duramente, finché si arrivò ad un compromesso, che però non diede soddisfazione ai leader del PPE. Donald Tusk, presidente del partito, lo scorso dicembre in un Tweet scrisse: “Cosa deve fare ancora Fidesz perché tutti voi vediate che semplicemente non è adatto alla nostra famiglia?”.
Per molto tempo furono in particolare i tedeschi della CDU/CSU a frenare sull’allontanamento di Fidesz dal partito, anche perché temevano un significativo indebolimento del gruppo parlamentare, che è e resterà comunque il primo del Parlamento europeo.
In una lettera di risposta il tedesco Manfred Weber, Presidente del Gruppo PPE, ha chiesto a Orbán di programmare una conversazione telefonica “il prima possibile”. “Sono certo che tu sia consapevole che ho sempre cercato di essere un costruttore di ponti. È nel mio DNA e credo che questo sia cruciale per un PPE di successo e prosperoso”, ha scritto Weber, che ha ribadito però l’inviolabilità dell’eredità della tradizione cristiano-democratica del Gruppo. “I tempi cambiano, ma non i nostri valori”.
Ad alcune ore di distanza dall’annuncio di Orbán, il PPE ha diffuso un comunicato con cui ha fatto sapere di aver avviato una procedure di esclusione di Fidesz dal partito secondo quanto previsto dallo Statuto dell’associazione politica europea. “Questo sarà quanto deciderà l’Assemblea Politica del PPE che si riunirà quando sarà sicuro alla luce dell’attuale situazione pandemica”, spiega una nota. A giudicare da quest’ultimo comunicato si direbbe che sono venuti meno i tentativi di una conciliazione avanzati da Manfred Weber.
Senza la fuoriuscita di Fidesz dal PPE il partito di Orbán non potrebbe affiliarsi a nessun altro gruppo presente nel Parlamento europeo.