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Bielorussia, Protasevich intervistato dalla televisione di Stato. Segni sui polsi suggeriscono confessione forzata

Bielorussia, Protasevich intervistato dalla televisione di Stato. Segni sui polsi suggeriscono confessione forzata

Il giornalista arrestato dopo il dirottamento del volo Ryanair ha lodato il presidente Lukashenko e si è auto-accusato di aver tentato di rovesciarlo. Famiglia e organizzazioni internazionali denunciano evidenti violenze fisiche e psicologiche

Bruxelles – Si sta trasformando sempre più in una tragedia dell’assurdo la vicenda del dirottamento del volo Ryanair su Minsk e dell’arresto del giornalista Roman Protasevich e della compagna Sofia Sapega. Ieri (giovedì 3 giugno) la televisione di Stato bielorussa ha mandato in onda un’intervista di un’ora e mezza in cui l’oppositore del regime del presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, ha “confessato” di aver tentato di organizzare un colpo di Stato e di aver iniziato a capire che il presidente “si sta comportando nella maniera più giusta”. Dopo aver precisato che la confessione è stata una sua libera scelta, è scoppiato in lacrime.

Ma il video di auto-accusa e di lodi a Lukashenko (“lo rispetto, senza dubbio”) sembra tutto fuorché spontaneo, come subito ha accusato la famiglia del giornalista 26enne. Il padre, Dmitry Protasevich, ha denunciato che “lo hanno piegato e costretto a dire ciò che serviva loro attraverso abusi, tortura e minacce”, perché “mio figlio non direbbe mai cose del genere“. Il gruppo di difesa dei diritti umani Human Rights Watch (HRW) ha classificato l’accaduto come una “prova di brutalità” e ha fatto notare profondi segni sui polsi, che suggeriscono violenze non solo psicologiche e costrizioni fisiche per indurre il fondatore di Nexta Live (canale Telegram di informazioni indipendenti in Bielorussia) a rilasciare tali dichiarazioni.

Dall’Occidente è arrivata la prima reazione di indignazione. Steffen Seibert, portavoce della cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha bollato l’intervista sulla televisione di Stato bielorussa come “un’onta per Minsk“.

È la terza volta che Protasevich compare sulla televisione di Stato dopo l’arresto dello scorso 23 maggio. Nella prima dichiarazione, il reporter – con evidenti lividi in viso – aveva affermato di voler collaborare con le autorità “sui disordini che ho aiutato a organizzare”. Nella seconda aveva avvertito l’opposizione che “è inutile” organizzare nuove manifestazioni antigovernative. Ma il capo del gruppo indipendente per i diritti umani Viasna, Ales Bialiatski, si è detto certo che “qualunque cosa stia dicendo ora è pura propaganda” del regime, dichiarazioni forzate “sotto costrizione, almeno psicologica”.

Nell’autunno dello scorso anno Protasevich era stato accusato di “atti di terrorismo” dalle autorità di Minsk, per aver contribuito a organizzare le proteste contro il presidente Lukashenko attraverso Nexta: se sarà ritenuto colpevole, potrebbe essere condannato fino a 15 anni in carcere. Ma i passeggeri del volo Ryanair Atene-Vilnius dirottato sull’aeroporto di Minsk hanno testimoniato che, appena prima di essere arrestato, il giovane oppositore ha detto di aspettarsi la pena di morte. La Bielorussia è l’unico Stato europeo che ancora prevede la pena capitale per reati legati al terrorismo.

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