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Export, aumento capacità produttiva e licenze obbligatorie: la proposta UE all'OMC su vaccini e terapie anti-COVID

Export, aumento capacità produttiva e licenze obbligatorie: la proposta UE all'OMC su vaccini e terapie anti-COVID

La controproposta di Bruxelles alla richiesta di Joe Biden di sospendere i brevetti sui vaccini che sarà discussa a luglio nel quadro dell'Organizzazione mondiale della Sanità. Libero export e aumento della capacità in loco devono essere prioritarie per garantire equo accesso ai vaccini anche ai Paesi in via di sviluppo

Bruxelles – Garantire che non ci siano restrizioni all’esportazione dei vaccini; espansione della capacità produzione delle aziende farmaceutiche a breve termine, anche attraverso impegni da parte di produttori e sviluppatori di vaccini ma soprattutto facilitazione per l’uso delle licenze obbligatorie nel quadro l’accordo TRIPS (Trade Related aspects of Intellectual Property Rights) dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Si fonda su questi tre pilastri la proposta avanzata oggi (4 giugno) dall’UE all’OMC per un piano d’azione commerciale multilaterale per espandere la produzione di vaccini e anche terapie per il COVID-19 e “garantirne un accesso universale ed equo”.

Joe Biden

La risposta dell’UE alla proposta lanciata qualche settimana fa dall’amministrazione statunitense di Joe Biden di sospendere temporaneamente la deroga dei brevetti sui vaccini per consentirne la produzione anche fuori dai Paesi ricchi in cui attualmente vengono prodotti. Già nel 2020 alcuni Paesi come India e Sud Africa hanno chiesto una rinuncia ai diritti di proprietà intellettuale per i vaccini COVID-19 e altri trattamenti per affrontare la “disuguaglianza” nell’accesso ai vaccini. A maggio è arrivato l’endorsement di Biden, costringendo anche l’Unione Europea a parlarne.

Bruxelles si dice disposta a discutere di tutte le proposte che saranno avanzate in sede di OMC, ma è convinta che la deroga sui brevetti non sia la risposta giusta se il problema è garantire l’accesso ai vaccini ai Paesi a basse e medio reddito sul breve periodo. La produzione di un vaccino è complessa, non solo non può essere improvvisata (soprattutto nei Paesi in via di sviluppo) ma non può nemmeno essere costruita dalla mattina alla sera. Tra l’altro, diversi vaccini prodotti in Europa – BioNTech-Pfizer e Moderna – utilizzano tecnologie molto innovative a mRNA che è difficile da replicare dall’oggi al domani. Per questo sostiene che la sola deroga delle formule brevettate, senza il necessario trasferimento di competenze per produrre il vaccino (il cosiddetto know-how) rischia di essere non risolutivo.

Bruxelles arriverà alla prossima riunione di luglio dell’OMC con una propria controproposta suddivisa in due comunicazioni, anche se la discussione dovrebbe concludersi, al più tardi, entro la prossima conferenza ministeriale dell’OMC nel novembre 2021. Nelle linee programmatiche era stata già anticipata dal vicepresidente per il Commercio Valdis Dombrovskis, di fronte all’Europarlamento. L’UE insiste sulla necessità di limitare le restrizioni all’esportazione (Bruxelles ha esportato 250 milioni di dosi, cifre non comparabili con quelle statunitensi) ed espandere la produzione sia di vaccini che cure, anche in loco con assistenza ai Paesi in via di sviluppo con la collaborazione delle case farmaceutiche. Ma entra anche nel merito della proprietà intellettuale che riguarda la produzione dei vaccini, inviando una comunicazione separata all’organismo dell’OMC incaricato di attuare l’accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (Consiglio TRIPS).

L’accordo TRIPS (Trade Related aspects of Intellectual Property Rights) è uno dei pilastri dell’Organizzazione Mondiale del Commercio per quanto riguarda la proprietà intellettuale e regola alcuni principi per tutelare le innovazioni, i brevetti e, appunto, le cessioni di licenze. Il piano dell’UE mette in evidenza che in momenti di emergenza – come una pandemia – le regole già esistenti dell’OMC nell’accordo TRIPS mostrano flessibilità che consente ai paesi di concedere licenze ai produttori anche senza il consenso di chi ha registrato il brevetto (le cosiddette licenze obbligatorie). L’UE specifica che le licenze volontarie per produrre vaccini (quelle in cui è l’azienda a dare il consenso) sono lo strumento più efficace per facilitare l’aumento della produzione e condividere il ‘know-how’, ma le licenze obbligatorie sono uno strumento perfettamente legittimo nel contesto di una pandemia”. Per cui la proposta dell’UE si gioca su questa flessibilità chiedendo a “ogni membro dell’OMC di assicurare che il proprio quadro giuridico sulle licenze obbligatorie sia efficace e che la comunità internazionale faciliti tali azioni”.

Una risposta a Biden, che però non ha ancora presentato una proposta formale sulla deroga sui brevetti. Dopo le velate accuse dell’UE sul fatto di non aver esportato neanche una dose di vaccino, l’Amministrazione USA ha annunciato che donerà 25 milioni di vaccini ai paesi a basso e medio reddito, oltre che ad alcuni partner, per contribuire alla vaccinazione globale. Non è chiaro se al vertice di luglio continuerà a insistere sulla sospensione o si troverà d’accordo con la proposta di Bruxelles.

Brevetti al voto del Parlamento

Intanto, una buona parte dell’Europarlamento ha una visione molto diversa da quella della Commissione Europea e spinge per una sospensione dei brevetti. Sarà uno dei temi caldi alla sessione plenaria che si terrà la prossima settimana (7-10 giugno) a Strasburgo. I deputati voteranno se l’UE debba chiedere all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) di rinunciare ai diritti di proprietà intellettuale per i vaccini COVID-19, e il risultato non è scontato visto come è andato il dibattito durante la sessione di maggio.

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