Bruxelles – L’Unione Europea si conferma nel 2020 primo esportatore al mondo di prodotti agroalimentari e diventa il terzo importatore dopo Stati Uniti e Cina. Sono i risultati messi in evidenza dal rapporto pubblicato mercoledì (8 settembre) dalla Commissione europea che saluta l’anno passato come un anno pieno di difficoltà legate al COVID-19 ma anche di successi per il commercio agroalimentare del Continente che si è dimostrato resistente.

Il valore complessivo del commercio agroalimentare è di 306 miliardi di euro: 184 miliardi per l’export e 122 miliardi per l’import. “Questo significa che confermiamo per un altro anno la nostra posizione di primo esportatore mondiale e siamo diventati il terzo più grande importatore di prodotti agroalimentari”, spiega il commissario europeo per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, nel commento ai dati. Entrambi i valori – spiega l’Esecutivo europeo – rappresentano una leggera crescita rispettivamente dell’1,4 per cento e dello 0,5 per cento rispetto al 2019.
Mentre la crisi COVID ha contratto l’economia dell’UE del 6 per cento in una delle più grandi recessioni nell’attività economica globale e del commercio mondiale, il commercio internazionale dell’UE nel settore agroalimentare si è dimostrato in controtendenza, facendo anche registrare una leggera crescita, con la conseguenza di rafforzare ulteriormente la sua posizione di leader tra i maggiori esportatori, e diventare anche il terzo più grande importatore dopo gli Stati Uniti e la Cina. “Il commercio è una priorità politica per la Commissione europea, una priorità che io stesso ho fortemente sostenuto”, aggiunge il commissario polacco, secondo cui il successo del commercio agricolo “è chiaramente legato alla Politica Agricola Comune (PAC), che sostiene la competitività e l’innovazione, e all’eccellente reputazione dei nostri prodotti come sicuri, prodotti in modo sostenibile, nutrienti e di alta qualità”.
Secondo il rapporto, il Regno Unito resta il partner commerciale più importante per l’UE, con una quota del 23 per cento delle esportazioni agroalimentari totali dell’UE e del 13 per cento delle importazioni totali. Le esportazioni di carne suina e frumento hanno fortemente contribuito all’aumento delle esportazioni agroalimentari complessive dell’UE – spiega il rapporto – mentre la crescita delle importazioni agroalimentari dell’UE è stata trainata principalmente dall’aumento dei valori delle importazioni di semi oleosi, acidi grassi e cere, olio di palma, frutta e semi di soia. Cina, Svizzera e la regione del Medio Oriente e del Nord Africa sono state le principali destinazioni di crescita per le esportazioni agroalimentari, con un calo registrato verso Stati Uniti, Turchia, Singapore e Giappone. Quanto alle importazioni, il Canada è cresciuto in modo significativo come fonte di importazioni dell’UE. Allo stesso tempo, le importazioni dell’UE sono diminuite maggiormente in valore dal Regno Unito, dall’Ucraina e dagli Stati Uniti.