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DOP, la Corte di giustizia UE protegge lo

DOP, la Corte di giustizia UE protegge lo "champagne" dalle frodi anche nei servizi

I giudici dell'UE sostengono l'associazione francese dei produttori di champagne contro una catena di bar di tapas in Spagna che usava il termine "champanillo" (in spagnolo 'piccolo champagne') per fare pubblicità ai suoi locali

Bruxelles – La tutela dei prodotti a denominazione di origine protetta (DOP) dell’UE da possibili frodi si applica non solo ai prodotti alimentari ma anche ai servizi, come bar e ristorazione, sulla base del regolamento sull’Organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli previsto dalla PAC (Politica agricola comune).

Lo hanno chiarito oggi (9 settembre) i giudici della Corte europea di giustizia con una sentenza su una causa intentata dall’organizzazione francese per la tutela degli interessi dei produttori di champagne, Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne, contro Champanillo, una catena di bar di tapas presente in Spagna che utilizza il termine ‘champanillo‘ (in spagnolo ‘piccolo champagne’) per designare e promuovere i suoi locali e utilizza anche l’immagine di due piccole coppe di champagne per la pubblicità.

L’organizzazione francese si è rivolta ai giudici spagnoli per ottenere il divieto dell’uso del termine champanillo in quanto una violazione della denominazione d’origine protetta ‘Champagne’, di cui il prodotto gode dal 1973. Il Tribunale di Barcellona ha quindi chiesto alla Corte di giustizia di interpretare il diritto dell’Unione in materia di protezione dei prodotti anche quando si parla di servizi, come bar e ristorazione. La Corte ha chiarito che la tutela si estende anche ai servizi, e che un modo per capire se un prodotto o un termine viola una DOP era se evocasse in qualche modo un legame tra i due. La nozione di “evocazione”, scrive la Corte, “non esige che il prodotto protetto dalla DOP e il prodotto o il servizio contrassegnato dalla denominazione contestata siano identici o simili”, ma è sufficiente anche solo una vicinanza concettuale.

I giudici dell’UE hanno però rimesso la questione nelle mani del Tribunale provinciale di Barcellona per pronunciarsi in via definitiva sul caso, tenendo conto dei chiarimenti sul diritto comunitario dati oggi dal tribunale dell’UE.

“Finalmente uno stop chiaro all’uso improprio, strumentale e evocativo dei nomi delle denominazioni di origine protette in UE”, commenta Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia. “Una buona notizia anche per la nostra dop economy, un universo che conta 316 prodotti fra Dop, Igp e Stg per un valore di quasi 17 miliardi di euro, numeri che rendono il nostro paese leader in Europa”. E sollecita l’UE a fare accordi bilaterali, “indispensabili a far accelerare ulteriormente il nostro export già in costante aumento e diretto verso il record storico dei 50 miliardi di euro, con Paesi terzi in grado di far applicare le stesse regole di tutela oltre il confine UE”.

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