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Verso la COP26, alleanza UE-USA per ridurre le emissioni di metano

Verso la COP26, alleanza UE-USA per ridurre le emissioni di metano

Bruxelles e Washington uniscono le forze per convincere le altre economie emettitrici a tagliare le emissioni globali di metano del 30 per cento entro la fine del decennio. Biden convoca il Forum delle Maggiori Economie sull'Energia e il Clima, Draghi: "Sul clima serve intesa comune"

Bruxelles – E’ partito il conto alla rovescia per la COP26 di Glasgow, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite in programma in Scozia dal 31 ottobre al 12 novembre sotto la presidenza britannica di Boris Johnson. All’appuntamento internazionale dell’anno, che doveva tenersi nel 2020 ma è stato rimandato a causa della pandemia, sono attesi dalle quasi 200 nazioni che hanno sottoscritto gli accordi di Parigi nel 2015 – compresa l’Unione Europea – nuovi obiettivi sul taglio delle emissioni di gas serra. E a meno di due mesi da questo appuntamento, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ospitato oggi (17 settembre) virtualmente dalla Casa Bianca un Forum delle Maggiori Economie sull’Energia e il Clima (Mef), per iniziare a dettare una tabella di marcia. Il secondo vertice sul clima che organizza da quando è in carica a Washington.

Un vertice che si risolve nel giro di poche ore ma che non è solo interlocutorio. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno sollecitato gli altri leader a unirsi per un impegno vincolante e a un’Alleanza globale (la “Global Methane Pledge”) per ridurre le emissioni globali di gas metano di almeno il 30 per cento rispetto ai livelli del 2020 entro il 2030. Secondo la Casa Bianca, al vertice erano presenti i leader di Argentina, Bangladesh, Indonesia, Corea del Sud, Messico, Gran Bretagna e Unione Europea, insieme al Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres. Spicca subito all’occhio l’assenza del presidente cinese Xi Jinping e del presidente russo Vladimir Putin che saranno invece alla COP26.

“Accolgo con favore l’opportunità di discutere della strada per la COP26”, scrive su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha partecipato a nome dell’UE insieme al presidente del Consiglio Charles Michel. Ricorda che l’UE ha già stabilito una tabella di marcia chiara che vincola il Continente a tagliare le emissioni di gas serra del 55 per cento entro il 2030, per raggiungere la neutralità al 2050.  Invita gli altri Paesi a “fare lo stesso” e conferma dai suoi canali social che Bruxelles e Washington daranno impulso all’Alleanza per la riduzione del metano”. A spiegare il perché di un impegno sul metano è poco dopo la commissaria per l’Energia Kadri Simson, che su twitter aggiunge che “il metano è il secondo maggior contributore al cambiamento climatico, dopo la CO2. È anche un potente inquinante atmosferico locale che causa gravi problemi di salute. Affrontare (il problema) delle emissioni di metano è necessario per soddisfare le nostre ambizioni in materia di clima. La comunità globale deve affrontare questo problema con urgenza”.

Il metano intrappola più calore rispetto alla CO2, ma si decompone nell’atmosfera più rapidamente, quindi impegnarsi per tagliare queste emissioni dovrebbe avere un impatto più rapido sul surriscaldamento globale. Alla COP26 sarà centrale il tema della finanza climatica, l’UE – che ha da poco annunciato ulteriori 4 miliardi di euro per il clima fino al 2027 – spingerà perché anche gli altri partner facciano lo stesso. Anche per ridurre il gap finanziario tra Paesi ricchi e in via di sviluppo. A ricordarlo è il presidente Michel. “Dobbiamo il nostro aiuto ai Paesi più vulnerabili e dobbiamo onorare il nostro impegno nei confronti di coloro che sono più a rischio per il riscaldamento globale e il cui adattamento ai cambiamenti climatici costa di più”, scrive su twitter.

Con un videomessaggio ha preso parte al vertice anche il premier Mario Draghi, rimarcando che “stiamo venendo meno alla promessa” di circoscrivere il surriscaldamento globale entro i 1,5° rispetto ai livelli pre industriali. “Se continuiamo con le politiche attuali, raggiungeremo quasi 3 gradi di riscaldamento globale entro la fine del secolo” con “conseguenze catastrofiche”. Conclude che in quanto parte della comunità internazionale “dobbiamo onorare gli impegni presi in materia di clima e, in alcuni casi, essere pronti a prenderne di più audaci”. Il premier ha accolto con favore il “Global Methane Pledge”, aggiungendo che serve “un’intesa comune sulla necessità di ridurre in modo significativo tutte le emissioni di gas a effetto sera, compreso il metano, nel prossimo decennio”.

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