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Sede dell'EMA: la Corte UE non può pronunciarsì sul ricorso dell'Italia

Sede dell'EMA: la Corte UE non può pronunciarsì sul ricorso dell'Italia

Per l'avvocato generale Bobek l'organismo di Lussemburgo "non è competente" a pronunciarsi sul caso. Le regole sull'assegnazione valgono per le istituzioni in senso stretto e non per le agenzie

Bruxelles – L’EMA, l’Agenzia europea del farmaco, ormai è ad Amsterdam e l’Italia deve farsene una ragione. Anche perché la Corte di giustizia non si può pronunciare sul ricorso presentato dal governo di Roma e dal comune di Milano. Per le autorità tricolori le brutte notizie dunque non finiscono. Dopo aver perso la sede dell’organismo UE per il lancio di una monetina, il governo e il comune di Milano hanno fatto ricorso alla Corte di giustizia europea nell’auspicio che l’esito possa essere ribaltato.

L’avvocato generale Michal Bobek ritiene che la Corte di giustizia dell’UE, ai sensi dei trattati, “non è competente” a esprimersi in materia. L’articolo 341 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE)  stabilisce che “la sede delle istituzioni dell’Unione è fissata di comune accordo dai governi degli Stati membri”. Ma per i contenziosi “non si applica alle decisioni sulla sede delle agenzie”. Secondo il togato la il dispositivo dell’articolo in questione si riferisce alle sole istituzioni in senso stretto, “ossia a quelle elencate all’articolo 13 del Trattato sull’Unione europea“, che sono nella fattispecie Parlamento europeo, Consiglio europeo, Consiglio, Commissione europea, Corte di giustizia dell’Unione europea, Banca centrale europea e Corte dei conti.

Il ricorso italiano dunque è irricevibile. Questo il giudizio dell’avvocato generale nel suggerimento di sentenza per la Corte, che la stessa Corte dovrà emettere nelle prossime settimane. L’Italia ha perso l’opportunità di poter ospitare l’Agenzia del farmaco e non c’è niente da fare. La parola alla Corte.

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