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    Home » Economia » In trent’anni la produzione di olio combustibile è diminuita del 62% nell’UE

    In trent’anni la produzione di olio combustibile è diminuita del 62% nell’UE

    I dati Eurostat certificano il cambio di passo sostenibile del settore marittimo dell'UE. Italia tra gli esempi più virtuosi

    Renato Giannetti di Renato Giannetti
    13 Ottobre 2021
    in Economia
    Il gasolio ad alta concentrazione di zolfo e alto impatto ambientale è usato soprattutto nel settore marittimo. In trent'anni la produzione di olio combustibile è diminuita del 62% nell'UE [foto: Parlamento europeo]

    Bruxelles – L’Olio combustibile, utilizzato soprattutto nel settore marittimo, è troppo ricco di zolfo e quindi troppo nemico di ambiente e clima. L’Unione europea l’ha messo al bando ufficialmente solo a gennaio 2020, ma è praticamente dal 1990 si è iniziato ad accantonarlo, sempre di più. In trent’anni la produzione di olio combustibile è diminuita del 62%, nell’UE. Dal 1990 al 2020 raffinazione e lavorazione della fonte d’energia è passata da 127 milioni di tonnellate a 48,480 milioni di tonnellate.

    Italia leader del cambiamento

    Diminuzioni “più significative”della produzione sono state osservate in Italia (da 23,7 milioni di tonnellate nel 1990 a 5,4 nel 2020) e in Spagna (da 15 milioni di tonnellate nel 1990 a 2,4 nel 2020), rileva Eurostat nel diffondere i dati. Per una volta il Belpaese è esempio da seguire, modello di buone pratiche e l’ambiente ringrazia.

    Attualmente l’Italia è comunque tra gli Stati UE che maggiormente produce il gasolio insostenibile, ma la  natura peninsulare del Paese non permette di meglio. L’olio combustibile è utilizzato soprattutto per il trasporto marittimo, passeggeri e merci. Nel 2020 risultano 13 Paesi ad aver prodotto più di un milione di tonnellate di olio combustibile. Di questi paesi, cinque rappresentavano circa il 60% della produzione totale di olio combustibile dell’UE: Paesi Bassi (19% con 9 milioni di tonnellate, Germania (13% con 6,2 milioni), Italia (11% con 5,4 milioni), Francia (9% con 4,3 milioni) e Svezia (8% con 3,9 milioni).

    Verso un’Europa ad olio combustibile zero

    In trent’anni la produzione di olio combustibile è diminuita del 62%, dunque. Ma le buone notizie non si esauriscono qui. Perché nel 2020 risultano sei Stati membri ad aver chiuso con il carburante nemico dell’ambiente. Se Lussemburgo, Lettonia, Malta ed Estonia non hanno mai avuto raffinerie e non potevano quindi produrlo, Cipro e Slovenia hanno smesso di produrre olio combustibile da oltre un decennio (rispettivamente nel 2004 e nel 2000).

    La Commissione europea si è posto l’obiettivo di avere un’UE a zero emissioni di carbonio e gas clima-alteranti al 2050 solo di recente, ma appare evidente che il cambio di rotta per quanto riguarda il gasolio insostenibile è iniziato prima. Ora si tratta solo di accelerare la transizione verde, al centro della strategia UE e dei governi.

    Tags: climacombustibili fossilidati eurostatenergiaeurostatgasolioNaviolio combustibilesettore marittimosostenibilità

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