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Nell'UE la pesca non è un mestiere per donne

Nell'UE la pesca non è un mestiere per donne

L'equipaggio europeo dei pescherecci è femminile solo al 3,8 per cento. Le addette del settore lavorano a terra, ma dipendono da quanto rende il lavoro degli uomini

Bruxelles – La pesca non è mestiere per donne, non quando si pensa all’attività di cattura delle diverse specie ittiche. In tutta l’UE ci sono 147.414 persone attive sui pescherecci, ma solo il 3,8 per cento di loro è donna. Uomo in mare!, dunque. Il ruolo della donna è sulla terra ferma. E’ nell’industria di trasformazione che presenza e manodopera femminile trovano la parità di genere, con il 48% degli addetti rappresentanti da donne. E’ il centro studi e ricerche del Parlamento europeo a cercare di mettere ordine in un settore dove le relazioni non mancano. I diversi contributi sono però slegati tra loro, e l’organismo parlamentare li mette insieme per fornire un quadro più chiaro della situazione del comparto.

Laddove la presenza femminile è più affermata, c’è il marchio del ‘made in Italy’. Gli analisti rilevano come l’industria di lavorazione e trasformazione del pesce, più di altre nel settore agroalimentare, è molto influenzata dal patrimonio italiano, principalmente nelle aree costiere. Il settore esprime circa 5,6 mila addetti, e quasi tutti (94 per cento) sono cittadini italiani.

Nel settore industriale la presenza femminile è grosso modo stabile a seconda che si tratti di micro-impresa o larga impresa. In media nel primo caso l’indice di lavoratrici raggiunge il 56 per cento, nel secondo caso il 67 per cento.

Questi dati non devono trarre in inganno. La suddivisione del lavoro fa sì che nell’economia del comparto le donne si ritrovino subordinati all’attività dell’uomo. Le donne “sono solitamente presenti ai lavori in catena di montaggio, spesso soggette a stagionalità” e ad ogni in condizioni “imprevedibili in termini di mole di lavoro in un breve periodo poiché la maggior parte dei grandi impianti di trasformazione dipendono ancora dal pescato domestico”. Più pescano gli uomini in mare, più lavorano le donne a terra. Ecco una situazione di dipendenza che condanna il genere femminile ad un contributo importante ma non slegato dall’universo maschile.

La Commissione europea è attiva sul fronte della sostenibilità del comparto in termini ambientali, ma occorre anche un altro tipo di intervento. La pesca non è mestiere per donne, in sintesi, o non così amico delle pari opportunità.

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